Dobbiamo tutti essere grati a Italia Oggi, che ha deciso di dedicare la sua prima pagina alla questione dei contributi silenti (“Milioni di pensioni negate”, il titolo). Fermo restando che il quotidiano è, oltre a Radio Radicale, l’unica testata ad avere informato con regolarità i propri lettori sulla campagna per il diritto alla restituzione dei contributi silenti, promossa da Radicali italiani insieme all’Ancot, la domanda è: a fronte della cifra – dieci miliardi di euro! – risultante dai calcoli effettuati da Italia Oggi, cosa risponde il governo? Cosa risponde il Direttore generale Mauro Nori, che negò l’esistenza stessa del problema nel corso di un incontro con la delegazione di Radicali italiani? Cosa risponde il pluristipendiato (e, c’è da scommetterci, in futuro pluripensionato) Presidente e Commmissario straordinario dell’Inps, Antonio Mastrapasqua?
Radicali italiani ha dedicato al problema oltre due anni di campagna, mentre con il deputato radicale Maurizio Turco abbiamo presentato sin dall’agosto 2008 una proposta di legge e diverse interrogazioni parlamentari per fare chiarezza e risolvere il problema: le interrogazioni sono rimaste tutte senza risposta, mentre la proposta di legge è stata ignorata da tutti (n.b. tutti, dal PDL al PD) i gruppi. Perché senza risposta? Perché chiedevamo i dati, chiedevamo di sapere. E tutti coloro che hanno pagato fior di quattrini – facendo fior di s-a-c-r-i-f-i-c-i – hanno il diritto:
a) di sapere che i loro soldi vengono usati per pagare le pensioni di altri più fortunati, mentre loro una pensione non l’avranno o dovranno accontentarsi della pensione sociale (è il metodo-Italia: tolgo a chi ha di meno per dare a chi ha di più);
b)di evitare che continui ad accadere quanto descritto al punto a, e questo è possibile o stabilendo che ogni centesimo versato deve essere tenuto in considerazione, e senza ulteriori oneri (ho già pagato: perché per fare la ricongiunzione, ad esempio, devo pagare un’altra volta? Altra questione su cui Elsa Fornero avrebbe potuto essere più… tecnica, informandosi per tempo e riattaccando la spina alla presa della vita reale).
Se non si risolve il problema, nel giro di pochi anni intorno alle nostre città rischiamo di avere delle bidonvilles alla sudamericana (e non solo quelle…). Questa volta che pensano di fare Mastrapasqua, Nori e il governo? Proseguono lo sciopero del silenzio o ci dicono qualcosa di ufficiale e possibilmente attendibile?