Le associazioni Luca Coscioni ed Exit – Italia hanno preannunciato la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare su “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”. Con questa iniziativa vogliono porre il tema dell’eutanasia all’attenzione dei partiti politici alla vigilia delle elezioni , con l’intento di farne uno dei temi legislativi della prossima Legislatura.
Certo, il clima non è dei più favorevoli, visto che il PD nel suo programma ignora completamente il tema e che un primo accenno di dibattito interno al PDL sui diritti civili finirà probabilmente per annegare nell’ennesimo referendum Berlusconi sì/Berlusconi no.
Per non parlare dello sbarramento del Vaticano e dei cattolici integralisti. Il Cardinale Scola (che sarebbe quello progressista) attacca duramente la “laicitè” del governo francese e la riforma sanitaria di Obama (a suo avviso filo-abortista). Il direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio considera giusto l’ok del presidente Napolitano al decreto sull’ILVA ma si chiede perché il Capo dello Stato bloccò invece il decreto con cui il premier Berlusconi voleva impedire la morte di Eluana. Eppure – scrive Tarquinio – si tratta in ambedue i casi di un conflitto fra Magistratura ed Esecutivo.
Nell’organizzare gli “stati generali dei diritti civili” l’associazione Coscioni si è preoccupata di dare sempre spazio a “le ragioni degli altri”. Ma come si fa a dialogare con Tarquinio, che mette insieme l’ILVA ed Eluana? (Intanto Papa Ratzinger, più prosaicamente, scende personalmente in campo contro i tagli del commissario Bondi alle strutture sanitarie cattoliche nel Lazio, ignorando gli scandali che le hanno dilaniate per anni). Tutti loro, naturalmente, fingono di ignorare che la società italiana cambia malgrado le direttive del Vaticano. Ce lo dice il CENSIS, ad esempio, con un dato molto significativo: in venti anni le famiglie ”non matrimoniali sono passate dal 7,6 al 17,3% del totale”. Eppure questo paese non riesce a darsi una legge, normale in ogni paese occidentale, sulle unioni civili.
Ancora una volta, le notizia di questi quindici giorni evidenziano la distanza siderale fra la realtà italiana e quella dei paesi europei comparabili con il nostro. Pochi esempi. Il Parlamento Europeo approva (voto contrario del PPE) una direttiva per garantire l’esercizio del diritto all’aborto e le nozze gay. Il Bundestag approva in prima lettura un ddl del ministro liberale alla Giustizia che depenalizza il suicidio assistito. In Francia, il ministro della Giustizia Territoriale e dell’Alloggiamento, la ecologista Cecile Duflot, chiede alla Chiesa di destinare alcuni dei suoi immobili parigini vuoti ai senza tetto sempre più numerosi (oltre 150 mila) in Francia, minacciando di ricorrere all’esproprio. In Gran Bretagna, il premier conservatore David Cameron, diversi ministri del suo governo e il sindaco di Londra Boris Johnson (anche lui Tory), in una lettera aperta al “Sunday Telegraph”, si dicono favorevoli alla proposta di legge per i matrimoni gay, da celebrare anche in luoghi di culto.