La disillusione delle persone nei confronti dello “status quo” è piena di energia. Un’energia in attesa di un motore che sia in grado di trasformarla in movimento, idee, prodotti, sviluppo. Stiamo vivendo un periodo di attesa ma non dobbiamo interpretare questa fase come un’attesa di qualcosa che conosciamo. In questo modo non riconosceremo mai il nuovo. Dobbiamo prepararci al nuovo anche se non sappiamo quale sarà la forma che assumerà. Vivere in un periodo come questo non è semplice perché non sappiamo cosa aspettarci. Questo è vero in politica come in economia, nella società e nella nostra cultura contemporanea. Penso che, orientarsi in tutti i modi possibili al benessere e alla qualità della vita della gente, sia un buon modo per non restare in attesa. Sia un buon modo per indirizzare l’agire del singolo, o delle collettività, ad una visione comune. Una visione che abbandona gli stereotipi di destra e sinistra e abbraccia una prospettiva pratica, anti-ideologica, fattuale: il benessere collettivo.