Riporto il caso di un ragazzo punito per non essersi “impegnato abbastanza” con la rasatura dei capelli.
A Vicenza un baby nuotatore di 11 anni è stato umiliato dal suo allenatore per gli scarsi risultati ottenuti in una gara in Svizzera, lasciando che un atleta di poco più grande gli rasasse i capelli davanti ai compagni di squadra. Un castigo eccessivo. Quando il bambino è tornato a casa, rasato a zero con una croce di capelli in cima al cranio, i genitori hanno denunciato l’episodio insieme a quelli di un altro nuotatore cui la punizione è stata minacciata, ma non eseguita. Il prossimo 8 novembre l’allenatore, 52 anni, la sua vice, 28 anni, e l’esecutore del taglio (tutti indagati per abuso di mezzi di correzione) saranno sentiti dagli inquirenti. Dagli ambienti del centro sportivo rigettano l’accusa di antisemitismo: “E’ normale tagliare i capelli in concomitanza con le gare – dicono – e la croce è solo un riferimento alla bandiera svizzera”.
Senza sottolineare in modo eccessivo quanto avvenuto ed evitando di parlare di antisemitismo, prendo lo spunto per fare delle considerazioni costruttive e sintetizzo quanto segue:
1) lo sport è uno strumento di formazione ed educazione, ma se gestito da persone non adeguate può fare anche grossi danni, soprattutto nei più giovani;
2) Con lo sport noi possiamo migliorare la salute delle persone, ma anche peggiorarla, basti pensare alla diffusione del doping;
3) Il volontariato e la professionalità spesso sono difficili da coniugare.
La mia proposta è che le società sportive si dotino di un “garante dell’attività motoria” ossia di un direttore tecnico/educativo laureato in in scienze motorie che sia responsabile dell’adeguatezza dei processi educativi e sportivi.
L’obiezione a questa proposta è sempre la stessa: le società sportive non hanno i soldi per poter pagare un professionista. La verità é che le società sportive preferiscono spendere i soldi per vincere non badando minimamente risultasti raggiungono questi risultati.
Fortunatamente non tutte le associazioni sportive sono così, molte di loro ed in numero crescente, stanno dando importanza alla professionalità ed alla qualità dei servizi che forniscono, coniugando volontariato e prestazioni tecniche retribuite.