ottobre 11, 2012

SPORT E TRAPIANTI

È ampiamente dimostrato che i soggetti che sono stati sottoposti a trapianto di organo possono recuperare una buona qualità di vita. Praticare un’attività fisica e sportiva aiuta il trapiantato a riappropriarsi della funzionalità del proprio corpo e della proprio vita. Per molti trapiantati, infatti, l’attività sportiva rappresenta un percorso di recupero e benessere che spesso diventa lo strumento migliore anche per testimoniare l’efficacia del trapianto. Lo sport e più in generale l’attività fisica sono da tempo una terapia riconosciuta anche dal mondo medico nella prevenzione dell’insorgenza di alcune patologie cordiovascolari o per la cura di alcune disfunzioni metaboliche. I trapiantati, a causa della terapia immunosoppressiva a cui si devono sottoporre, presentano un metabolismo lipidico alterato, un aumento della sensibilità all’insulina, un aumento dei valori pressori. Anche per loro praticare regolarmente attività fisica aiuta a tenere sotto controllo questi valori. Al fine di incentivare la ricerca sui benefici dell’attività sportiva per i trapiantati, il Centro Nazionale Trapianti negli ultimi anni, ha intrapreso un percorso, promuovendo iniziative e appuntamenti sul tema “Sport e Trapianti”.
PROTOCOLLO DI RICERCA “TRAPIANTO…E ADESSO SPORT” Il protocollo è il primo studio prospettico in proposito al mondo, che prevede due fasi. Una prima fase, a carico del Centro Trapianto di riferimento, prevede di selezione dei pazienti e di identificare candidati portatori di trapianto di organo solido  in fase di stabilità clinica e strumentale da potere avviare ad un programma di attività fisica. Una seconda fase di trattamento non farmacologico articolata su 12 mesi di attività fisica presso palestre abilitate ed individuate dai Centri di  Medicina dello Sport territoriali, previamente istruiti. L’originalità di questo progetto è quella di affiancare l’esercizio fisico, il “nuovo farmaco” e “basso costo”, alla consueta terapia farmacologica dei soggetti sottoposti a trapianto di organo solido, potendo sfruttare la capacità di controllo dei principali fattori di rischio come il diabete, l’ipercolesterolemia, l’obesità e la possibilità di poter contrastare gli effetti aterogeni dei farmaci immunosoppressori cortisonici.
Gli esperti coinvolti Molteplici sono le figure professionali che, formate attraverso un corso teorico-pratico, collaborano alla realizzazione del progetto: il trapiantologo che individuare i soggetti ai quali possa essere prescritto un programma di esercizio fisico; il medico di Medicina dello Sport, che sottopone il soggetto ad un protocollo valutativo al fine di poter descrivere le caratteristiche organico-funzionali del paziente; il laureato in scienze motorie che segue passo dopo passo il trapiantato e “somministra” la “dose” di esercizio fisico prescritta in palestra. I partecipanti allo studio La popolazione dello studio è costituita da 120 pazienti di entrambi i sessi sottoposti a trapianto di organo solido (cuore, fegato, rene) e in condizione di stabilità clinica. L’intero campione è stato suddiviso in due coorti da 60 pazienti ciascuna (indicativamente 20 pazienti per tipologia di trapianto). Alla prima coorte (coorte A) è stato prescritto e somministrato un protocollo di esercizio fisico 3 volte alla settimana per 12 mesi, mentre alla seconda coorte (coorte B) non è stato sottoposto nessun protocollo di esercizio ma è stata consigliata la pratica di attività fisica a domicilio. Ciascun paziente è stato poi inviato al centro di Medicina dello Sport più vicino al luogo di residenza dove sono state svolte le valutazioni. Entrambe le coorti sono state sottoposte a tre sessioni di valutazione clinica e funzionale: al tempo 0, a metà dello studio (6 mesi) e al termine dello studio (12 mesi). Ciascuna sessione di valutazione presso la Medicina dello Sport ha previsto: visita medica; esame antropometrico; test cardiopolmonare al cicloergometro; hangrip test; test di Bosco per la valutazione della forza esplosiva degli arti inferiori; test di stima della forza massima del quadricipite, del tricipite surale, del deltoide, del bicipite brachiale, del tricipite brachiale; test di flessibilità2.
I dati I dati preliminari e i risultati dei monitoraggi effettuati su pazienti trapiantati, indicano e confermano la tesi alla base dello studio: l’attività fisica prescritta da medici specialisti e somministrata da personale specializzato, è in grado di migliorare sia i parametri biologici sia la condizione fisica del trapiantato. È stata registrata, infatti, una riduzione del rischio cardiovascolare post-trapianto e un miglioramento della sopravvivenza dell’organo. Si è registrato anche un aumento del carico di lavoro e del massimo consumo di ossigeno con un miglioramento delle soglie oltre che una riduzione della massa grassa. In particolare i dati dimostrano che l’attività fisica e le performance ottenute aumentano nei trapiantati la percezione della qualità del loro stato di salute innestando un circolo virtuoso psico-fisico che aiuta il ritorno ad una vita piena. Le regioni coinvolte In Emilia Romagna e Veneto sono le due regioni in cui il progetto “Trapianto…e adesso Sport” è in corso. Ma ad oggi, anche le Regioni Toscana, Piemonte, Abruzzo-Molise, P.A. Bolzano e Sicilia hanno aderito a questo studio scientifico. La volontà del CNT è di estendere lo studio a tutte le regioni d’Italia, puntando ad includere circa 120 trapiantati per ciascuna di esse. Poter allargare il campione di studio ad un numero sempre maggiore di pazienti, consentirà di ottenere dati sempre più significativi e rilevanti. Gli obiettivi futuri La prospettiva futura è di definire un modello di assistenza sanitaria post-trapianto applicabile in tutto il Paese, in cui si giungerà a “prescrivere” l’attività fisica ai trapiantati, per garantire loro recupero e buona qualità della vita.
PROTOCOLLO D’INTESA “Sport e Trapianti… un’intesa perfetta” è il Protocollo d’Intesa siglato tra il Centro Nazionale Trapianti e Five Stars League, un consorzio che regola la disciplina e lo svolgimento di eventi di ciclismo amatoriale quali la Maratona Dles Dolomites, la Novecolli, la GF Sportful, la GF Felice Gimondi e la Pinarello Cycling Marathon. L’obiettivo della collaborazione tra il CNT e la FSL è duplice: accrescere la cultura della donazione attraverso la partecipazione di pazienti trapiantati d’organo alle granfondo ciclistiche e incentivare l’adozione di stili di vita sani tra i trapianti. Il protocollo d’intesa rafforza l’impegno di CNT e FSL nel promuovere l’attività sportiva come strumento di tutela della salute e sottolinea l’importanza dell’attività di comunicazione per informare e sensibilizzare sul tema della donazione e trapianto di organi.

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