Pussy Riot è un collettivo punk rock russo, femminista e politicamente impegnato che agisce sotto rigoroso anonimato. È attivo a Mosca, città che fa da palcoscenico ai flash mob e alle performance estemporanee attraverso cui il gruppo dà espressione a provocazioni politiche nei confronti dell’establishment politico e istituzionale, su argomenti come la situazione delle donne in Russia, o, più recentemente, contro la campagna, e i presunti brogli elettorali, con cui, nel 2012, il primo ministro Vladimir Putin si sarebbe assicurato la rielezione a presidente della Russia.
Nel mese di marzo 2012, tre donne del gruppo sono state arrestate con l’accusa di “teppismo e istigazione all’odio religioso per aver messo in scena, nella Cattedrale di Cristo Salvatore, un’esibizione non autorizzata contro Putin. Rinviate a giudizio, sono state sottoposte a un processo penale dai tempi brevissimi: iniziato a fine luglio 2012, si è concluso poco dopo la metà del successivo mese di agosto.
Il loro caso ha attratto notevole interesse, sia in Russia, sia nella comunità internazionale, a causa delle accuse di trattamenti duri a cui sarebbero sottoposte durante la custodia, e per la minaccia incombente di una sentenza severa, fino a sette anni di detenzione, secondo le misure previste dalla leggi contro il dissenso varate in Russia in tempi recenti rispetto ai fatti.
La loro performance, tuttavia, ha guadagnato loro anche l’ostilità di una parte della società russa, che vi ha percepito un’offesa alla propria sensibilità religiosa e alle proprie tradizioni: sollecitando l’intervento pubblico di condanna della massima autorità religiosa russa, il patriarca Cirillo I, che, durante una liturgia nella Chiesa della Deposizione della Veste, auspicando una risposta severa nei confronti di un gesto considerato blasfemo e da lui definito come un’irrisione proveniente dal Demonio.
Il 17 agosto 2012, ha avuto luogo la lettura della sentenza, durante la quale sono state dichiarate colpevoli rispetto ai capi d’accusa di cui erano imputate e condannate a una pena di 2 anni di reclusione.