Fra le valutazioni funzionali che si possono utilizzare, un posto di primissimo piano spetta alla stabilometria, questa permette la valutazione delle risposte adattative del sistema tonico posturale, ovvero la “stabilità” del soggetto.
L’ausilio della pedana stabilometrica è necessario per quanticare le oscillazioni posturali del soggetto in ortostasi ed analizzare le strategie utilizzate per mantenere tale posizione.
La rappresentazione della variazione che subisce la posizione della proiezione al suolo del baricentro del corpo forma il cosiddetto gomitolo posturale.
Le caratteristiche del gomitolo sono la posizione ed in particolare il centro medio sia in senso antero-posteriore che medio-laterale, la superficie, la lunghezza, la frequenza d’oscillazione.
Nella stabilometria si possono avere quindi valori standard di normalità determinati rispetto ad un numero di soggetti ritenuti sani oppure rispetto ad un campione di atleti di una determinata disciplina sportiva.
Nello studio della postura è importante valutare come il soggetto si riequilibra in varie situazioni, in particolare si valutano i dati ad occhi aperti rispetto ai dati ad occhi chiusi; i dati con le scarpe e quelli scalzi.
Il confronto fra i valori ottenuti ad occhi aperti rispetto a quelli ad occhi chiusi è di fondamentale importanza perché nel caso delle misure ad occhi aperti dovrebbe dominare l’afferenza visiva che ha un guadagno significativo nella postura.
Il guadagno dell’afferenza è il peso che questa ha rispetto alle altre nel determinare la risposta adattativa, quando invece gli occhi sono chiusi l’entrata sensoriale visiva ed oculomotoria non ha nessuna influenza per cui il soggetto si affida solo alla propriocezione sensoriale.
In questo modo si possono ottenere informazioni anche sull’entrata visiva ed oculomotoria in quanto il riscontro di valori di oscillazione maggiori ad occhi aperti indicherà un’interferenza destabilizzante di questo sistema essendo non fisiologica una situazione di questo genere.
Registrando e misurando il gomitolo nelle varie situazioni con gli occhi chiusi ovvero: bocca chiusa, bocca spalancata; con testa ruotata a destra ed a sinistra; si possono valutare rispettivamente l’influenza dell’occlusione temporo-mandibolare e le influenze cervicali.
Queste misurazioni si eseguono in condizioni base ovvero come normalmente si trova il soggetto e in tutte le altre situazioni che si vogliono verificare in relazione all’inquadramento del soggetto (es: monopodalico). Così il confronto fra i gomitoli della misura in situazione base con quelli ottenuti ad esempio con una correzione podalica (plantare), ci evidenzia l’effetto che la correzione produce indicandoci l’opportunità di eseguire quella correzione.
Lo studio della postura attraverso la stabilometria risulta di estrema utilità anche durante un programma riabilitativo (es. soggetto operato di protesi d’anca o di ginocchio) al fine di personalizzare il protocollo rieducativo in base alle specifiche necessità individuali.
Un altro campo dove risulta importante misurare la “stabilità posturale” del soggetto è nei giovani, in particolare nell’età compresa tra i 10 ed i 14 anni.
In questa fascia di età risulta fondamentale intervenire con programmi specifici al fine di assecondare uno sviluppo posturale ottimale; infatti i più recenti studi eziopatogenetici hanno dimostrato che la scoliosi ha un’origine genetica che determina una ritardata maturazione di alcuni centri nervosi di controllo della postura e del movimento e che attraverso l’allenamento propriocettivo è possibile evitare.
La stabilometria ci consente di verificare e misurare se esiste qualche anomalia nella gestione dell’equilibrio e di conseguenza nella postura.