Redigere un testamento biologico significa decidere quali trattamenti sanitari si intende o non intende accettare nel momento in cui questi trattamenti siano necessari e il soggetto non sia più capace di autogestirsi o in grado di intendere e di volere.
Tre articoli su “Le Monde” fanno il punto sul tema delle scelte di fine vita dopo la sentenza della Corte Europea che ha autorizzato la sospensione delle terapie per Vincent Lambert, un trentottenne rimasto in stato vegetativo dopo un incidente occorsogli nel 2008 (a favore la moglie, contrari i genitori: la madre ha diffuso un video da cui risulterebbe che Vincent reagisce ad alcuni stimoli).
Il primo articolo è dell’avvocato (ed ex ministro) Monique Pelletier, che sostiene la piena validità della proposta di legge “bipartisan” (presentata dal deputato del partito di centro destra Ump Jean Leonetti, già autore della legge su “laisser mourir”, e dal socialista Alain Claeys). La necessità della legge è confermata, secondo la Pelletier, dal comportamento inaccettabile della madre di Lambert : “una strana madre”, che vorrebbe condannare il figlio ad ulteriori ed inutili sofferenze.
Il secondo articolo è di un medico palliativista, che critica la legge illustrando le differenze fra i vari modi di “lasciar morire” o di “far morire” e sostenendo che sarebbe stato preferibile scegliere apertamente l’eutanasia attiva.
Il terzo articolo – firmato da Jean Luc Romero, presidente della attivissima “associazione per il diritto a morire con dignità” – “smonta” le varie posizioni contrarie alla eutanasia e in particolare la tesi secondo cui i medici devono curare e non aiutare a morire.
Uno studio dell’INED (istituto nazionale per gli studi demografici) dimostra che l’eutanasia attiva è già praticata nello 0,8% dei 571 mila decessi annuali, per cui i casi di eutanasia clandestina sono 4.500 l’anno. Secondo Romero, la percentuale dei francesi favorevole alla eutanasia va – a seconda dei sondaggi – dall’86 al 96 percento.