INTRODUZIONE
La diffusione del golf nel mondo è seconda solo al calcio: negli Stati Uniti si contano 30 milioni di appassionati, in Europa 4 milioni, mentre in Italia gli iscritti alla Federazione Italiana Golf sono circa 100.000.
Il livello di sforzo medio/basso di questo sport non deve trarre in inganno, perché la condizione fisica può avere grande rilevanza sui risultati agonistici e sul rischio di infortuni.
BIOMECCANICA DELLO SWING
La biomeccanica dello swing consente di comprendere la causa degli infortuni, rendendo poi efficaci le strategie preventive ed eventualmente terapeutiche.
Seguendo la tendenza più attuale lo swing può essere diviso in 4 tempi:
1) address;
2) backswing;
3) downswing;
4) follow-through.
La posizione di partenza è denominata “address” e deve consentire la migliore stabilità posturale possibile, ovvero la proiezione del baricentro al suolo (denominata gomitolo) deve essere la più ridotta possibile (valutabile in laboratorio con una stabilometria).
Il “backswing” serve a pre-stirare le “molle torsionali”, ovvero la catena cinetica che ci consentirà poi di colpire la pallina con la massima potenza e/o controllo possibili.
Dal momento che la velocità dipende dall’escursione totale del caricamento (definibile in gradi articolari), i giocatori di golf migliori compiono delle rotazioni più ampie e in tempi molto brevi (inferiori al secondo), evitando così che parte dell’energia elastica accumulata si disperda in calore.
Nel “backswing” risulta di importante conoscere la cinematica ovvero la differenza in gradi angolari tra l’asse delle spalle e l’asse del bacino.
Il “downswing” coincide con la discesa del bastone fino all’impatto con la pallina.
Tra dilettanti e professionisti si notano abitualmente piccole differenze articolari, ma molto significative per la qualità del gesto tecnico, tra amatori e professionisti le differenze diventano invece macroscopiche.
Il “downswing” rappresenta la fase a maggior rischio di infortunio. Il motivo principale è determinato dall’accelerazione, infatti il bastone compie lo stesso arco di movimento effettuato nella salita, ma con una velocità tre volte superiore.
Scopo della quarta ed ultima fase, il “follow-trough”, è quello di decelerare progressivamente il corpo e l’attrezzo dopo aver colpito la pallina. La spalla e il braccio sx vanno in abduzione ed extrarotazione, l’avambraccio in supinazione; la spalla destra si adduce e ruota internamente, seguita dalla pronazione dell’avambraccio.
Il tronco e le anche ruotano progressivamente verso sinistra fino a terminare tutto il gesto tecnico dello swing in una condizione di equilibrio, con il tronco in estensione e inclinazione laterale.
A questo punto tutto il carico grava quasi esclusivamente sul lato sinistro, mentre entrambe le ginocchia sono parzialmente piegate e intraruotate, l’analisi in laboratorio ci consente di evidenziare lo sviluppo delle forze verticali durante tutto il gesto tecnico, verificandone “i punti di forza” ovvero i picchi rischiosi che potrebbero determinare degli effetti traumatici sulle articolazioni.
AFFEZIONI MUSCOLO-SCHELETRICHE
La letteratura scientifica riguardante gli infortuni e le patologie dei golfisti ha avuto un incremento significativo negli ultimi anni. Gli studi epidemiologici evidenziano che gli infortuni sono rilevanti. Si tratta soprattutto di patologie osteo-articolari di origine macro e micro traumatica.
Nella prima categoria rientrano le distrazioni muscolari, le distorsioni capsulo-legamentose, le lussazioni e le fratture.
Nella seconda categoria rientrano invece tutte le sindromi da sovraccarico (overuse) caratterizzate da un’insorgenza più lenta e subdola dei sintomi.
Le cause principali sono riconducibili all’esecuzione ripetitiva di gesti tecnici spesso errati effettuati con intensità e/o frequenze superiori alla resistenza dei tessuti o alla loro capacità di adattamento, all’uso di strumenti che trasmettono vibrazioni (shaft) e all’adozione di posture scorrette.
Altri fattori predisponesti sono: età, scadente preparazione fisica, patologie sistemiche (diabete, obesità, ecc.), alterazioni anatomo-funzionali.
Gli infortuni che noi possiamo prevenire, ovvero quelli imputabili direttamente al gioco, sono distribuiti percentualmente in modo differente tra le varie articolazioni. Le articolazioni più a rischio sono: la colonna vertebrale 25%, il gomito ed il polso 25%, la spalla 15%, il ginocchio e la caviglia 20%, altre 15%.
PERCHE’ GOLFLAB
Presso il Centro Bernstein di Verona abbiamo sviluppato un sistema innovativo che abbiamo denominato GolfLab.
GolfLab nasce con lo scopo di prevenire micro e macro traumi da sovraccarico, è un laboratorio di biomeccanica coordinato dal dottor Giorgio Pasetto e che si avvale della collaborazione di due laureate in scienze motorie (Mapelli Simona, Billo Laura).
GolfLab ha iniziato a lavorare con lo staff della Nazionale Italiana Professionisti Maschile e Femminile di Golf guidata dal Coach Massimo Scarpa, che si avvale della collaborazione del prof. Bertoni Mauro (preparatore atletico).
Il principio ispiratore del GolfLab è lo studio dell’equilibrio goduto dal soggetto durante il movimento dello swing e l’ordine di intervento dei segmenti osteo-muscolari.
“Il problema che gli individui devono risolvere in qualsiasi comportamento motorio finalizzato è quello di assumere una gestualità altamente redditizia e minimamente pericolosa” (Bragagnolo).
La strategia sino ad ora utilizzata è stata soprattutto quella che cercava di imitare la gestualità dei golfisti migliori, dimenticando che ognuno di noi è diverso da tutti gli altri.
Per noi non esiste il modello da imitare, ma ogni singolo giocatore deve trovare il proprio gesto ideale.
Il nostro modello di riferimento considera il gesto tecnico dello swing come un sistema “a molle” predisposte in serie (Molle in serie: Phil Cheetam).
Durante lo swing più il baricentro uscirà dalla traiettoria di appoggio ideale e più si creeranno momenti di forza (“punti di forza”) che dovranno essere compensati, diventando potenzialmente pericolosi per le articolazioni ed aventi l’effetto di diminuire il rendimento del gesto tecnico.
In sintesi, con i dati del test GolfLab, il tecnico (maestro di golf) potrà aiutare il proprio allievo a migliorare lo swing senza danneggiare le strutture articolari ed il preparatore atletico potrà migliorare l’efficienza fisica dell’atleta (propriocezione, mobilità articolare, forza muscolare, flessibilità) al fine di ottenere risultati migliori ed evitare i traumi.
Anche il fenomeno Tiger Woods che rappresenta l’eccellenza golfistica, è stato vittima della propria forza esplosiva, infatti subì un intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore al ginocchio sinistro, tipica patologia che si verifica in sport di potenza come calcio, sci e rugby.
ZONE DEL CORPO A RISCHIO DURANTE LO SWING
“Address”
La flessione del busto deve avvenire lordotizzando (lordosi fisiologica) la colonna lombare altrimenti si determina un sovraccarico dei dischi lombari.
“Backswing”
L’impugnatura scorretta può causare patologie infiammatorie a carico del polso e della mano;
Una presa troppo stretta può sovraccaricare i muscoli epicondiloidei e quindi determinare una epicondilite;
L’elevazione eccessiva delle spalle può indurre un impingement sub-acromiale;
Il tratto lombare si trova in torsione e quindi per i soggetti lombalgici può essere fonte di dolore acuto e improvviso.
“Downswing”
Distrazioni muscolari degli addominali possono verificarsi con una eccessiva rotazione del busto;
Lo spostamento del carico sulla gamba sx può creare patologie a carico dell’anca o del ginocchio;
Errori di impugnatura o di esecuzione del gesto tecnico possono causare l’epicondilite e/o l’epitrocleite;
Il polso e la mano possono essere sede di lesione nel caso in cui si colpisca inavvertitamente il terreno o vi sia un’eccessiva flessione/estensione del polso.
“Follow-through”
La struttura capsulo-legamentosa della spalla e la cuffia dei rotatori sono sottoposti ad uno stress molto elevato;
Infortuni alle anche e alla regione lombare possono verificarsi durante una decelerazione troppo brusca del movimento;
Qualora il piede rimanga eccessivamente ancorato al suolo possono verificarsi traumi distorsivi al ginocchio sx sino alla possibile rottura del legamento crociato anteriore.
COME PREVENIRE GLI INFORTUNI
La nostra strategia preventiva si basa su n.3 punti fondamentali:
1) Analisi biomeccanica dello swing in laboratorio;
2) Normalizzazione biomeccanica funzionale globale;
3) Preparazione atletica.
L’analisi biomeccanica dello swing viene effettuata presso il Bernstein@Lab di Verona (www.centrobernstein.it).
Le tecniche osteopatiche di normalizzazione biomeccanica hanno lo scopo di riportare a “normalità” tutte le articolazioni al fine di consentirne un movimento il più fisiologico possibile. In particolare nel golfista l’intervento si concentrerà su: caviglie, ginocchia, bacino, colonna vertebrale, spalle, gomiti e polsi (presso il Centro Bernstein di Verona tali tecniche sono attuate da uno staff di biomeccanici funzionali (Pasetto Giorgio).
La preparazione atletica del golfista prevede:
1) Miglioramento della propriocettività (gestione dell’equilibrio);
2) Miglioramento dell’articolarità del busto e delle spalle;
3) Miglioramento del tono-trofismo muscolare generale e specifico degli arti inferiori, glutei, busto e arti superiori;
4) Miglioramento della potenza aerobica con il cardiofrequenzimetro;
5) Miglioramento della postura e prevenzione delle algie vertebrali attraverso allenamenti mirati di core stability.
Riteniamo di utilità effettuare periodicamente l’analisi della composizione corporea.
L’analisi della composizione corporea ci consente di evidenziare massa magra, massa grassa ed idratazione.
Relativamente al settore della preparazione atletica il nostro gruppo si avvale della consulenza del preparatore atletico della nazionale italiana di golf maschile e femminile Bertoni Mauro.