marzo 6, 2014

BIOMECCANICA FUNZIONALE DELLE PATOLOGIE ARTICOLARI E PREVENZIONE NEL GIOCO DEL GOLF

       

INTRODUZIONE

La diffusione del golf nel mondo è seconda solo al calcio: negli Stati Uniti si contano 30 milioni di appassionati, in Europa 4 milioni, mentre in Italia gli iscritti alla Federazione Italiana Golf sono 80.000.

Il livello di sforzo medio/basso di questo sport non deve trarre in inganno, perché la condizione fisica può avere grande rilevanza sui risultati agonistici e sul rischio di infortuni.

Obiettivo di questo lavoro è quello di fare una sintesi attuale riguardante i fattori biomeccanici che stanno all’origine delle lesioni e le strategie per prevenirle.

BIOMECCANICA DELLO SWING      

La biomeccanica funzionale dello swing consente di comprendere l’eziologia degli infortuni, rendendo poi efficaci le strategie prestative, preventive e terapeutiche.

Seguendo la tendenza più attuale lo swing può essere diviso in 4 tempi:

1)   address;

2)   backswing;

3)   downswing;

4)   follow-through.

La posizione di partenza è denominata “address” e deve consentire la migliore stabilità posturale possibile, ovvero la proiezione del baricentro al suolo (gomitolo) deve essere la più ridotta possibile (valutabile con una stabilometria).

Il “backswing” serve a pre-stirare la molla spalle-bacino, ovvero la catena cinetica muscolare che ci consentirà poi di colpire la pallina con la massima velocità e potenza.

Dal momento che la velocità dipende dall’escursione totale del caricamento (definibile in gradi articolari), i giocatori di golf migliori compiono delle rotazioni più ampie e in tempi molto brevi (inferiori al secondo), evitando così che parte dell’energia elastica accumulata si disperda in calore.

Nel “backswing” risulta di importanza fondamentale conoscere la cinematica ovvero la differenza in gradi tra l’asse delle spalle e l’asse del bacino.

Il “downswing” coincide con la discesa del bastone fino all’impatto con la pallina, ma può essere ulteriormente diviso in due fasi intermedie:

1)   forward-swing;

2)   acceleration.

Tra dilettanti e professionisti si notano abitualmente piccole differenze articolari, ma molto significative per la qualità del gesto tecnico.

Il “downswing” rappresenta la fase a maggior rischio di infortunio. Il motivo principale è determinato dall’accelerazione, infatti il bastone compie lo stesso arco di movimento  effettuato nella salita, ma con una velocità tre volte superiore (la durata del downswing nei professionisti è di soli 0,23 secondi).

Scopo della quarta ed ultima fase, il “follow-trough”, è quello di decelerare progressivamente il corpo e l’attrezzo dopo aver colpito la pallina. La spalla e il braccio sx vanno in abduzione ed extrarotazione, l’avambraccio in supinazione; la spalla destra si adduce e ruota internamente, seguita dalla pronazione dell’avambraccio.

Il tronco e le anche ruotano progressivamente verso sinistra fino a terminare tutto il gesto tecnico dello swing in una condizione di equilibrio, con il tronco in estensione e inclinazione laterale.

A questo punto tutto il carico grava quasi esclusivamente sul lato sinistro, mentre entrambe le ginocchia sono parzialmente piegate e intraruotate, l’analisi in laboratorio della dinamica ci consente di evidenziare lo sviluppo delle forze verticali durante tutto il gesto tecnico.

AFFEZIONI MUSCOLO-SCHELETRICHE

La letteratura scientifica riguardante gli infortuni e le patologie dei golfisti ha avuto in incremento significativo negli ultimi anni. Gli studi epidemiologici evidenziano che gli infortuni sono rilevanti. Si tratta soprattutto di patologie osteo-articolari di origine macro e micro traumatica.

Nella prima categoria rientrano le distrazioni muscolari, le distorsioni capsulo-legamentose, le lussazioni e le fratture.

Nella seconda categoria rientrano invece tutte le sindromi da sovraccarico (overuse) caratterizzate da un’insorgenza più lenta e subdola dei sintomi.

Le cause principali sono riconducibili all’esecuzione ripetitiva di gesti tecnici spesso errati effettuati con  intensità e/o frequenze superiori alla resistenza dei tessuti o alla loro capacità di adattamento, all’uso di strumenti che trasmettono vibrazioni (mazza) e all’adozione di posture scorrette.

Altri fattori predisponesti sono: età, scadente preparazione fisica, patologie sistemiche (diabete, obesità, ecc.), alterazioni anatomo-funzionali.

Gli infortuni che noi possiamo prevenire, ovvero quelli imputabili direttamente al gioco, sono distribuiti percentualmente in modo differente tra le varie articolazioni, con alcune differenze tra dilettanti e professionisti. A livello amatoriale gli errori tecnici e una preparazione atletica scadente (spesso totalmente assente!) fanno sì che ad essere particolarmente a rischio siano la colonna vertebrale 27%, il gomito 26%, il polso/mano 16%, la spalla 9% e il ginocchio 7%.

I professionisti sollecitano il polso/mano 27%, la colonna vertebrale 24%, la spalla 9%, il ginocchio 7%, il gomito 7% (McCarrol, 1994). 

GOLFLAB

GolfLab nasce con lo scopo di valutare le potenzialità prestative nel golf e prevenire micro e macro traumi da sovraccarico.

GolfLab è una laboratorio di biomeccanica gestito da una equipe di biomeccanici funzionali guidata dal prof. Walter Bragagnolo, in grado di studiare sia la dinamica che la cinematica utilizzando tecnologia bts.

Il principio ispiratore è lo studio dell’equilibrio goduto dal soggetto durante il movimento dello swing insieme alla cinematica.

Il problema che gli individui devono risolvere in qualsiasi comportamento motorio finalizzato è quello di assumere una gestualità altamente redditizia e minimamente pericolosa.

La strategia sino ad ora utilizzata è stata quella di imitare la gestualità dei golfisti migliori, dimenticando che ognuno di noi è diverso da tutti gli altri.

Per noi non esiste il modello da imitare, ma ogni singolo giocatore deve trovare il proprio gesto ideale.

Il nostro modello di riferimento prevede che durante il movimento dello swing la proiezione del baricentro al suolo sia la più centrale possibile rispettando l’ordine di intervento dei segmenti.

Più il baricentro uscirà dalla traiettoria di appoggio ideale e più si creeranno momenti di forza che dovranno essere compensati, diventando potenzialmente pericolosi per le articolazioni ed aventi l’effetto di diminuire il rendimento del gesto motorio.

In sintesi, con i dati del test elaborati dal software ideato dallo staff GolfLab, il maestro di golf potrà aiutare il proprio allievo a migliorare il gesto tecnico senza danneggiare le strutture articolari ed il personal trainer potrà migliorare la propriocezione, la mobilità articolare e la forza muscolare al fine di ottenere risultati migliori già dopo 12 sedute di allenamento.

Anche il fenomeno Tiger Woods che rappresenta l’eccellenza golfistica, è vittima della propria forza esplosiva, infatti è stato recentemente operato di ricostruzione del legamento crociato anteriore al ginocchio sinistro, tipica patologia che si verifica in sport di potenza (calcio, sci, rugby).

ZONE DEL CORPO A RISCHIO DURANTE LO SWING

“Address”

La flessione del busto deve avvenire lordotizzando (lordosi fisiologica) la colonna lombare altrimenti si determina un sovraccarico dei dischi lombari.

“Backswing”

L’impugnatura scorretta può causare patologie infiammatorie a carico del polso e della mano;

Una presa troppo stretta può sovraccaricare i muscoli epicondiloidei e quindi determinare una epicondilite;

L’elevazione eccessiva delle spalle può indurre un impingement sub-acromiale;

Il tratto lombare si trova in torsione e quindi per i soggetti lombalgici può essere fonte di dolore acuto e improvviso.

“Downswing”

Distrazioni muscolari degli addominali possono verificarsi con una eccessiva rotazione del busto;

Lo spostamento del carico sulla gamba sx può creare patologie a carico dell’anca o del ginocchio;

Errori di impugnatura o di esecuzione del gesto tecnico possono causare l’epicondilite e/o l’epitrocleite;

Il polso e la mano possono essere sede di lesione nel caso in cui si colpisca inavvertitamente il terreno o vi sia un’eccessiva flessione/estensione del polso;

“Follow-through”

La struttura capsulo-legamentosa della spalla e la cuffia dei rotatori sono sottoposti ad uno stress molto elevato;

Infortuni alle anche e alla regione lombare possono verificarsi durante una decelerazione troppo brusca del movimento;

Qualora il piede rimanga eccessivamente ancorato al suolo possono verificarsi traumi distorsivi al ginocchio sx sino alla possibile rottura del legamento crociato anteriore.

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI

Il rischio di infortunio, come in ogni altra attività sportiva, può essere ridotto da una prevenzione mirata, utile anche per migliorare la prestazione agonistica.

Il programma di allenamento in palestra finalizzato a migliorare le performance dei golfisti si basa su alcuni punti fondamentali:

1)   Miglioramento della propriocettività (gestione dell’equilibrio);

2)   Miglioramento dell’articolarità del busto e delle spalle;

3)   Miglioramento del tono-trofismo muscolare generale e specifico degli arti inferiori, glutei, busto e arti superiori;

4)   Miglioramento della potenza aerobica con il cardiofrequenzimetro;

5)   Miglioramento della postura e prevenzione delle algie vertebrali attraverso allenamenti mirati di core stability.

Sarebbe inoltre utile effettuare una analisi della composizione corporea all’inizio del programma e poi ogni due mesi per verificarne le variazioni.

L’analisi della composizione corporea ci consente di evidenziare massa magra (ossa e muscoli) e massa grassa (tessuto adiposo totale).

Altra strategia preventiva è quella di effettuare periodicamente una valutazione biomeccanica funzionale con un osteopata e/o un biomeccanico funzionale esperto di golf, inoltre i test di laboratorio (golflab) sono molto utili sia per migliorare il rendimento che prevenire gli infortuni.

Quello che l’osteopata e/o il biomeccanico funzionale deve osservare sono:

-      asimmetrie degli arti inferiori;

-      normalità funzionale di tutte le vertebre in particolare di D12 e L1;

-      integrità articolare di ginocchia e spalle.

Una grossa fetta dei disturbi originati durante il gioco è imputabile alla qualità dello swing. Un gesto tecnico più potente ha consentito di raggiungere maggiori distanze mettendo però a dura prova muscoli ed articolazioni. 

gpasetto@centrobernstein.it

www.centrobernstein.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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