luglio 19, 2013

REVOCA MOZIONE 336/1995 – L’Arena di Verona 19/07/13

La maggioranza del Consiglio comunale di Verona dice «sì» al referendum per l’autodeterminazione del Veneto, dice «no» alla revoca della mozione 336 del 1995 che respingeva le direttive europee sui diritti dei gay e, alla fine,  fa mancare il numero legale alla mozione di solidarietà al ministro all’Integrazione Cécile Kyenge per gli insulti da parte di alcuni esponenti politici. È questa la sintesi dell’animato dibattito a Palazzo Barbieri. Una pagina politica cittadina che, comunque la si voglia leggere, non contribuirà certo a togliere a Verona la nomea di città razzista e omofoba. Il confronto tra maggioranza e minoranza, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle coppie gay è stato serrato anche se, come hanno ammesso Michele Bertucco, capogruppo del Pd, e Mauro De Robertis (Sel, autore della mozione), i toni sono stati «più civili di quelli usati nel 1995». Ma quella «macchia», come l’ha definita De Robertis non è ancora stata lavata. E il «torto fatto con l’introduzione di giudizi omofobi nella mozione del 1995» non è ancora stato riparato.  Il punto di divisione, lo ha chiarito Ciro Maschio (capogruppo Lista Tosi), è «l’accogliemento da parte del Consiglio di tutte le direttive del Parlamento perché alcune non le riteniamo condivisibili». Come ad esempio, ha specificato Donatella Bovo (Lista Tosi), «la possibilità di adozione da parte delle coppie gay». Più estreme invece le posizioni di Alberto Zelger e Vittorio Di Dio (Lista Tosi) entrambi contestati (e anche insultati) da alcuni esponenti del Circolo Pink presenti in balconata. Il primo  ha ribadito il concetto di «famiglia naturale» e  ha sottolineato come in Italia non vi sia «alcuna discriminazione nei confronti degli omosessuali che, infatti, occupano posti di potere», ma che semmai vi sia un «massacro mediatico di chi rivendica la propria eterosessualità». Di Dio, invece, ha bollato come «irricevibile e strumentale» la mozione  mentre l’unico della maggioranza a votare favorevole, appellandosi alla libertà personale, è stato Giorgio Pasetto (Lista Tosi). A nulla sono serviti gli appelli per un accordo su una mozione unitaria da parte del sindaco Flavio Tosi che, ammettendo la personale vicinanza di pensiero a quanto espresso dalla Bovo, ha giudicato «poco laica» la mozione del 1995, assolvendola però dall’accusa di essere omofoba.  Anche le richieste di Salvatore Papadia (Lista Tosi) e del presidente Luca Zanotto a tornare in commissione per trovare un punto d’incontro, sono cadute nel vuoto.  Approvato invece, con il voto contrario  della minoranza e l’astensione di Papadia, l’ordine del giorno sul referendum per l’autodeterminazione del Veneto che il sindaco ha definito voler essere un «segnale d’allarme preciso alla politica romana che resta indifferente alle istanze della nostra regione». Cade invece il numero legale sulla mozione di Orietta Salemi (Pd) in solidarietà al ministro Kyenge: esce tutta la maggioranza tranne il sindaco, Papadia e Pavesi .

Giorgia Cozzolino

luglio 9, 2013

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “PALESTRE VERONA”

Progetto palestre Verona – 09-07-13

L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme obesità

Un’importante azione di contrasto: il progetto “Palestre Verona”

La sedentarietà rappresenta oggi una delle principali cause di malattia ed esiste ormai una fortissima evidenza riguardo all’efficacia dell’attività fisica nella prevenzione di molte malattie croniche, ossia  obesità, patologie cardiovascolari, diabete, tumori, patologie responsabili complessivamente dell’80% della mortalità. La sedentarietà ha sorpassato il fumo come causa di morte (oltre 5.3 milioni di morti all’anno nel mondo) e un terzo delle morti per cancro dipendono dall’azione congiunta di sedentarietà, cattiva alimentazione e soprappeso: l’obesità sta diventando purtroppo la regola, non più l’eccezione. Il movimento praticato regolarmente può viceversa aumentare l’aspettativa di vita delle persone mediamente di 4 anni. Basti pensare che con uno stile di vita attivo è possibile ottenere una riduzione almeno del 30% per la patologia coronarica, l’infarto e l’ictus cerebri e di poco meno del 60% per la comparsa di diabete in soggetti predisposti; vi è anche un effetto significativo sui valori di pressione arteriosa e di colesterolo e su molte altre patologie compresi i disturbi correlati con l’invecchiamento, le cadute e le fratture dell’anziano. In due studi effettuati proprio a Verona, i diabetici che hanno partecipato al programma di movimento hanno migliorato il compenso e ridotto in modo significativo il consumo di farmaci mentre nelle donne anziane ipertese si è verificata una riduzione della rigidità delle arterie.

Sono numeri importanti, che fanno molto riflettere. E che sono stati ribaditi anche in questi giorni alla conferenza di Vienna, organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, su malattie croniche, esercizio fisico e alimentazione. A Vienna si è parlato di una vera propria emergenza sanitaria legata a comportamenti come passare gran parte della propria giornata seduti (si tratta di adulti che lavorano ma anche, cosa ancora più preoccupante, di adolescenti…) o mangiare alimenti troppo dolci, troppo salati o ricchi di grassi saturi e trans, quelli contenuti in molti prodotti industriali. Se la situazione non cambia, gli esperti stimano che entro il 2030 in alcuni stati europei addirittura il 90% della popolazione sarà obesa.

Per tutti questi motivi sono indispensabili ed urgenti tutte quelle azioni di contrasto che possano incidere in senso positivo sullo stile di vita. Su queste premesse si basa  il progetto “Palestre Verona” nato su proposta del comune di Verona con l’istituzione di un tavolo congiunto con l’Ulss 20 (Dipartimento di Prevenzione e Servizio Promozione ed Educazione alla Salute, capofila del “Programma veneto di promozione dell’attività motoria”, e Dipartimento di Fisiatria), l’Università, l’Associazione Dottori in Scienze Motorie ed alcuni rappresentanti delle palestre e delle farmacie di Verona.

Il progetto ha l’obiettivo di utilizzare  l’attività motoria come uno strumento di promozione della  salute e di prevenzione delle complicanze delle patologie croniche, il che significa sensibilizzare gli utenti delle palestre riguardo allo stile di  vita attivo ma anche ad altri comportamenti virtuosi, come alimentarsi correttamente e non fumare, e inoltre contrastare l’utilizzo di sostanze dopanti. Le palestre aderenti si impegnano quindi a fornire un servizio orientato verso la salute – comprendente (oltre al rispetto delle norme edilizie, igieniche e di sicurezza ed alla presenza di personale tecnico qualificato ed aggiornato, in particolare per gli utenti portatori di patologie croniche) la diffusione di materiali informativi sugli stili di vita sani, il movimento, la sana alimentazione ed interventi di prevenzione del doping e dell’abuso di integratori.

Susanna Morgante
Servizio di Promozione ed Educazione alla Salute – Dipartimento di Prevenzione ULSS 20
responsabile del programma regionale di promozione dell’attività motoria

Sintesi dei dati emersi alla conferenza OMS di Vienna sulle malattie croniche e l’obesità

Il 4 e 5 luglio si è tenuta a Vienna la conferenza OMS su malattie croniche e stili di vita, nella quale si è fatto il punto sulle evidenze più recenti e soprattutto sulle politiche che è necessario mettere in atto con urgenza per raggiungere l’obiettivo di ridurre del 25% la mortalità prematura entro il 2015.

In particolare è stato affermato che:

  • Dieta      inappropriata e sovrappeso sono alla base delle      principali malattie croniche (obesità, patologie cardiovascolari, diabete,      tumori…), responsabili dell’80% della mortalità in Europa
  • L’obesità      sta diventando purtroppo la regola, non più l’eccezione;      se la situazione non cambia, gli esperti stimano che entro il 2030 in      alcuni stati europei addirittura il 90% della popolazione sarà obesa
  • Se vogliamo      rovesciare questo trend sono indispensabili un approccio multisettoriale (rinforzare      la rete e agire sull’”empowerment” ossia dare forza ai diversi      gruppi e sostenere la capacità di scelta dei cittadini) e interventi      forti sulle politiche; nella dichiarazione finale della conferenza è      stato quindi auspicato un nuovo piano d’azione su nutrizione e attività      fisica che coinvolga tutti gli stati europei
  • 1/4 dei casi      di obesità nell’uomo e 1/2 nella donna dipendono dalle disuguaglianze      sociali e le persone a basso reddito sono le più colpite dall’obesità;      è quindi indispensabile adottare interventi mirati alle fasce “deboli”,      sia per quanto riguarda l’alimentazione che il movimento
  • Alimenti e sani,      a basso prezzo, devono essere messi a disposizione di tutti, anche dei      soggetti svantaggiati, e devono diventare la regola, non una nicchia di mercato      per ricchi o privilegiati; viceversa va scoraggiato il consumo di alimenti      ipercalorici, ad alto tenore di grassi saturi e trans, di zucchero e di      sale e va incoraggiato il consumo di frutta e verdura
  • Agli stati membri      dell’unione europea è stato chiesto in particolare un intervento forte per      tutelare i bambini, che agisca anche attraverso le politiche e la      legislazione – in particolare a livello dei media e dei social media, del      marketing (compreso un miglioramento dell’informazione ai consumatori e un      maggior leggibilità delle etichette) e del contesto scolastico (a partire      dalla scuola dell’infanzia)
  • La      prevenzione di queste patologie comincia dall’allattamento al seno;      anche su questo serve un impegno politico forte
  • Sul versante      sedentarietà, è stato sottolineato tra l’altro quanto è nocivo il tempo      passato seduti: questo vale per tutti ma il rischio è massimo per gli      adolescenti; potrebbero essere importanti anche solo modifiche      comportamentali minime, come fare le scale a piedi all’ora di pranzo
  • Una sfida      importante è trovare strategie efficaci anche per gli anziani e per      le persone obese (in particolare quelle con problemi respiratori)

Leggi la dichiarazione finale (in inglese):

http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0005/193253/CONSENSUS-Vienna-Declaration-5-July-2013.pdf