novembre 16, 2012

BAMBINI OBESI

“Non c’e’ piu’ tempo da perdere: pediatri, genitori e dottori in scienze motorie devono allearsi e combattere insieme una vera e propria epidemia, subdola ma molto pericolosa per il futuro di bambini e ragazzi: l’obesita’. Il suo preoccupante aumento, soprattutto in eta’ evolutiva, non risparmia alcun paese occidentale: in Europa e’ mediamente sovrappeso o obeso un bambino su cinque, uno su tre nella fascia d’eta’ tra i 6 e i 9 anni e in Italia il problema interessa oltre un milione di bambini, candidati a soffrire da grandi di numerose malattie croniche tra cui diabete e ipertensione”. Questo l’allarme lanciato dalla Societa’ italiana di pediatria (Sip) e dalla Societa’ Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) che sabato presenteranno in 17 citta’ italiane, in occasione degli Stati generali della Sip, la seconda fase della campagna “Mangiar bene conviene”.

La prima fase operativa della campagna aveva previsto che i pediatri italiani ricevessero alcuni testi scientifici, come la guida su ‘Allarme obesita” nelle famiglie italiane, per approvarne e condividerne la strategia studiata dalle Societa’ scientifiche. Ora, con l’avvio della seconda fase, si prevede la diffusione di questi materiali informativi ai genitori e agli educatori nelle scuole materne e primarie per “favorire l’alleanza con le famiglie italiane anche attraverso la scuola”.

 

novembre 7, 2012

LA BICICLETTA SUPERA LA MACCHINA

In Italia nel 2011 si sono vendute più biciclette che automobili. Le vetture immatricolate sono state 1.748.143, mentre le bici vendute 1 milione e 750 mila (2,7-2,9 bici per abitante). Quasi duemila pezzi in più.

Meglio pedalare. Non più riservata solo agli appassionati, la bici è il nuovo mezzo scelto dagli italiani per il tempo libero, per andare al lavoro e per muoversi in città. Il modello più acquistato resta infatti la city bike (la bici da città), comoda e adatta per tragitti piani e velocità ridotte, nella versione elettrica o pieghevole. In crescita costante la bici a scatto fisso, modello che arriva dagli Usa e piace soprattutto ai più giovani.

Le “scatto fisso”. Fenomeno che arriva dagli Stati Uniti e che comincia a piacere anche in Italia. Le bici a scatto fisso, essenziali e leggere, hanno un solo rapporto possibile. Non permettono di pedalare a vuoto né all’indietro.

Il Segreto del successo. Il segreto del successo sta nel fatto che la bici è easy, facile da usare, costa poco, è maneggevole, comoda, oggi anche hi-tech nelle versioni ibride ed elettriche. Su un tratto di 5 km batte qualsiasi altro mezzo».

Un tesoro nelle cantine. Nelle cantine degli italiani ci sono oltre 32 milioni di bici inutilizzate. Sempre più gente decide di recuperare vecchi modelli ritrovati in garage o in cantina. Con 100-150 euro i negozi specializzati, ce ne sono 2700 sparsi in Italia, ti propongono un restyling completo, seguendo le mode del momento: manubrio dritto, ruote colorate con lo scatto fisso (senza movimento libero dei pedali), telaio riverniciato. Così si valorizzano bici vecchie ma che erano fatte su misura, con telai d’acciaio.

 

Le bici pieghevoli. Piacciono sempre di più agli italiani perché sono ideali da trasportare anche sui mezzi pubblici. Hanno ruote più piccole delle normali bici, si chiudono in pochi secondi, possono essere trasportate facilmente e senza supplementi e occupano pochissimo spazio anche in casa. I prezzi variano dai 300 euro ai  1000 euro delle ultraleggere.

 

novembre 4, 2012

Il Garante dell’attività motoria

Riporto il caso di un ragazzo punito per non essersi “impegnato abbastanza” con la rasatura dei capelli.

A Vicenza un baby nuotatore di 11 anni è stato umiliato dal suo allenatore per gli scarsi risultati ottenuti in una gara in Svizzera, lasciando che un atleta di poco più grande gli rasasse i capelli davanti ai compagni di squadra. Un castigo eccessivo. Quando il bambino è tornato a casa, rasato a zero con una croce di capelli in cima al cranio, i genitori hanno denunciato l’episodio insieme a quelli di un altro nuotatore cui la punizione è stata minacciata, ma non eseguita. Il prossimo 8 novembre l’allenatore, 52 anni, la sua vice, 28 anni, e l’esecutore del taglio (tutti indagati per abuso di mezzi di correzione) saranno sentiti dagli inquirenti. Dagli ambienti del centro sportivo rigettano l’accusa di antisemitismo: “E’ normale tagliare i capelli in concomitanza con le gare – dicono – e la croce è solo un riferimento alla bandiera svizzera”.
Senza sottolineare in modo eccessivo quanto avvenuto ed evitando di parlare di antisemitismo, prendo lo spunto per fare delle considerazioni costruttive e sintetizzo quanto segue:
1) lo sport è uno strumento di formazione ed educazione, ma se gestito da persone non adeguate può fare anche grossi danni, soprattutto nei più giovani;
2) Con lo sport noi possiamo migliorare la salute delle persone, ma anche peggiorarla,  basti pensare alla diffusione del doping;
3) Il volontariato e la professionalità spesso sono difficili da coniugare.
La mia proposta è che le società sportive si dotino di un “garante dell’attività motoria” ossia di un direttore tecnico/educativo laureato in  in scienze motorie che sia responsabile dell’adeguatezza dei processi educativi e sportivi.
L’obiezione a questa proposta è sempre la stessa: le società sportive non hanno i soldi per poter pagare un professionista.  La verità é che le società sportive preferiscono spendere i soldi per vincere non badando minimamente risultasti raggiungono questi risultati.
Fortunatamente non tutte le associazioni sportive sono così, molte di loro ed in numero crescente, stanno dando importanza alla professionalità ed alla qualità dei servizi che forniscono, coniugando volontariato e prestazioni tecniche retribuite.
novembre 2, 2012

LE PALESTRE DEL FUTURO

Viene dagli Stati Uniti l’ultima idea per produrre energia attraverso fonti non fossili e ridurre i nostri consumi elettrici: si tratta di una palestra capace di sfruttare il movimento degli sportivi che vi si allenano in modo da produrre corrente elettrica alternata.

A Portland, in Oregon, Adam Boesel, personal trainer e attivo ecologista, ha applicato il sistema alla sua palestra Green Microgym in modo da azzerare la bolletta elettrica. La tecnologia Human Dinamo sfrutta il semplice meccanismo che permette l’accensione di una lampadina sulle comuni biciclette. Le apparecchiature cardio-fitness, munite di questa apparecchiatura non nuova, sono collegate a un impianto per la diffusione in rete dell’energia. E la palestra diventa una piccola centrale elettrica.

Boesel ha mostrato il funzionamento degli impianti: una postazione di quattro cyclettes, collegate ad altrettanti generatori, può produrre da 200 a 600 watts di potenza all’ora. La pedalata continua di un ciclista, in altri termini, è in grado di tenere acceso un televisore di ultima generazione. Naturalmente si tratta di una produzione piuttosto limitata, ma c’è da tenere conto del numero delle macchine, dello sviluppo di questa tecnologia in termini di resa energetica, dell’ampliamento del settore del fitness a livello globale.

Inoltre, il sistema va collocato entro un contesto di eco-sostenibilità integrato. La palestra di Boesel, infatti, è dotata anche di pannelli fotovoltaici e prevede un piano di programmatica riduzione degli sprechi energetici, dal riciclo della carta allo spegnimento di luci, ventilatori e TV quando inutili.

Adottata su larga scala, una politica di contenimento dei consumi può incidere sensibilmente sui problemi ambientali. In una palestra ogni macchinario è in grado di produrre energia sufficiente per alimentare una lampada a basso consumo (20W); ciò significa che una palestra media, che dispone di 40 attrezzi, nell’ora di punta in cui sono tutti funzionanti, risulta autosufficiente per quanto riguarda l’illuminazione.

Si stima che al mondo ci siano 110.000 palestre, dotate di circa 1 milione e 500 mila attrezzature cardio-fitness potenzialmente utilizzabili per la produzione di energia. Dati che possono diventare significativi anche dal punto di vista della lotta all’inquinamento atmosferico. L’energia pulita così ottenuta corrisponde infatti a una mancata emissione di C02.

Si prevedono quindi interessanti novità per il futuro. La Green Microgym sta infatti allargando i suoi orizzonti, grazie a collaborazioni con partner finanziari e alla possibilità di supportare il marchio attraverso la modalità del franchising.

Del resto, non è un caso che anche l’italiana Technogym, leader nel settore, abbia puntato fortemente su questa prospettiva di ecosostenibilità, come dimostra la volontà di divulgarla presso il pubblico alle prossime fiere del Wellness di Rimini e di Parigi.

novembre 1, 2012

DOPING E OMERTA’

Pierre Dukan, somministratore di diete iperproteiche e inventore della dieta Dukan è stato radiato dall’Ordine dei medici francese il 19 aprile scorso. Michele Ferrari, è stato interdetto a vita dall’esercizio della professione sportiva dall’agenzia antidoping degli Stati Uniti nel luglio 2012 e anche dal CONI, ma in Italia inspiegabilmente, l’ordine dei Medici (di Ferrara in questo caso) non si è minimamente pronunciato.

E’ curioso che l’ordine dei Medici sia immobile e omertoso, quando invece per episodi meno importati e pericolosi per la salute dei Cittadini, intervengono a fare i Savonarola.

Forse un reato come la prescrizione medica di sostanze dopanti deve passare sotto il silenzio, ma poi i media, che ormai costantemente mettono al centro dell’attenzione il mondo sportivo, trovano nel singolo atleta colpevole l’obiettivo contro cui scagliarsi per ricostruire la loro “verginità” e quella di un ambiente di cui anche essi fanno parte e la cui delegittimazione avrebbe costi economici, sociali e politici.

Di questa colpevolizzazione dell’individuo per salvare il sistema, abbiamo varie testimonianze; Il “cattivo ragazzo” diventa un bersaglio fin troppo facile, ma purtroppo così sensibile da rimanere schiacciato e da non riprendersi più. Abbiamo tutti in mente casi estremamente diversi tra loro, ma ben scolpiti nella memoria degli sportivi, quello del 1994 (Maradona) e del 1999 (Pantani).

Sentire Schwazer definire il proprio medico come preparatore atletico è a mio avviso un vero paradosso, il doping è talmente diffuso che non ci accorciamo quanto la sua pratica sia estesa anche a livelli dilettantistici e amatoriali. Non capisco perché attorno agli atleti devono esserci così tanti medici; l’atleta sano non dovrebbe andare dal medico, solo l’atleta malato o con un problema dovrebbe recarsi dal medico.

Ricordo per concludere che il dottor Ferrari è indagato dalla Procura di Padova nell’inchiesta sull’uso di sostanze illecite, ed è collegato ai casi di Lance Armstrong e Alex Schwazer e mi stupisce che ancora oggi l’ordine dei medici non abbia preso posizione.