novembre 16, 2012

DIABETE E ATTIVITA’ MOTORIA

Che lo sport faccia bene alla salute, e’ cosa nota. Ma come comportarci quando una malattia ci blocca? Dobbiamo evitare l’esercizio fisico o, al contrario, aumentare le nostre ore di pratica sportiva? Secondo Gerardo Corigliano, diabetologo presidente dell’Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici (Aniad), lo sport non solo aiuta nella prevenzione, ma il malato puo’ praticarlo senza incorrere in spiacevoli rischi.

Studi recenti effettuati su soggetti a rischio hanno dimostrato che anche solo camminare 30 minuti al giorno con andatura sostenuta, 5 giorni a settimana, porta ad una riduzione del 70% del rischio di ammalarsi.

È stato inoltre dimostrato che l’esercizio fisico, associato ad una dieta che permetta di perdere il 5% del peso corporeo, e’ uno strumento di prevenzione piu’ efficace della stessa terapia farmacologica.

L’attivita’ fisica migliora il generale quadro clinico della persona. In condizioni di salute l’attivita’ fisica migliora la performance cardiaca e respiratoria, riduce il rischio trombogeno, riduce i livelli di ansia e di depressione (un aspetto psicologico importante), aumenta l’autostima, riduce i livelli di colesterolo cattivo, aumenta quelli di colesterolo buono, riduce i trigliceridi, scioglie il grasso addominale (che predispone al diabete e a malattie cardiovascolari) e aumenta anche la densita’ ossea (riduce quindi il rischio di fratture). Per altro, e’ stato dimostrato che almeno negli uomini migliorano anche le performance sessuali.

per quanto riguarda il diabete, e’ stato dimostrato che nelle persone con questa patologia l’attivita’ sportiva, oltre ai miglioramenti che valgono per tutti, porta ad una riduzione della glicemia (sia a digiuno che postprandiale), un miglioramento dell’insulinoresistenza (condizione che rende difficile la cura con l’insulina), un miglioramento dell’emoglobina glicosilata ed una riduzione generale della mortalita’. L’attivita’ fisica nel curare il diabete deve essere piu’ frequente e costante che nella prevenzione, non tanto nell’intensita’, ma nel volume di attivita’ fisica, ad esempio 5 ore di cammino alla settimana anziche’ 3. Il segreto quindi sta nel fare da subito un’importante attivita’ fisica, poiche’ all’inizio della malattia le complicanze non sono presenti e ci si trova nelle condizioni migliori per fare sport. Per quanto riguarda l’alimentazione, mediamente e’ opportuno assumere 15 grammi di carboidrati (1 pacchetto di crackers, 1 bevanda zuccherata, 1 succo di frutta) prima di iniziare l’attivita’ fisica se questa dura non piu’ di 30/40 minuti. Se si supera l’ora di attivita’ fisica si rende necessario un supplemento di 30-40 gr di carboidrati (un piccolo panino) per ogni ora di attivita’ fisica. È necessario assumerle un po’ prima per dare tempo all’organismo di avere quelle energie di pronto impiego che poi verranno consumate durante le attivita’.

Ci sono degli alimenti particolari che consiglia di portare con se’ in caso di ipoglicemia durante l’attivita’ fisica? Alimenti che contengono glucosio di rapido assorbimento, quindi coca cola, succhi di frutta non dietetici, caramelle che contengono sciroppo di glucosio, banane. Merendine e cioccolata sono invece errati perche’ in questi cibi gli zuccheri sono associati a grassi che rallentano l’assorbimento del glucosio, quindi il recupero dell’ipoglicemia e’ molto piu’ lento e piu’ pericoloso.

novembre 16, 2012

BAMBINI OBESI

“Non c’e’ piu’ tempo da perdere: pediatri, genitori e dottori in scienze motorie devono allearsi e combattere insieme una vera e propria epidemia, subdola ma molto pericolosa per il futuro di bambini e ragazzi: l’obesita’. Il suo preoccupante aumento, soprattutto in eta’ evolutiva, non risparmia alcun paese occidentale: in Europa e’ mediamente sovrappeso o obeso un bambino su cinque, uno su tre nella fascia d’eta’ tra i 6 e i 9 anni e in Italia il problema interessa oltre un milione di bambini, candidati a soffrire da grandi di numerose malattie croniche tra cui diabete e ipertensione”. Questo l’allarme lanciato dalla Societa’ italiana di pediatria (Sip) e dalla Societa’ Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) che sabato presenteranno in 17 citta’ italiane, in occasione degli Stati generali della Sip, la seconda fase della campagna “Mangiar bene conviene”.

La prima fase operativa della campagna aveva previsto che i pediatri italiani ricevessero alcuni testi scientifici, come la guida su ‘Allarme obesita” nelle famiglie italiane, per approvarne e condividerne la strategia studiata dalle Societa’ scientifiche. Ora, con l’avvio della seconda fase, si prevede la diffusione di questi materiali informativi ai genitori e agli educatori nelle scuole materne e primarie per “favorire l’alleanza con le famiglie italiane anche attraverso la scuola”.

 

novembre 7, 2012

LA BICICLETTA SUPERA LA MACCHINA

In Italia nel 2011 si sono vendute più biciclette che automobili. Le vetture immatricolate sono state 1.748.143, mentre le bici vendute 1 milione e 750 mila (2,7-2,9 bici per abitante). Quasi duemila pezzi in più.

Meglio pedalare. Non più riservata solo agli appassionati, la bici è il nuovo mezzo scelto dagli italiani per il tempo libero, per andare al lavoro e per muoversi in città. Il modello più acquistato resta infatti la city bike (la bici da città), comoda e adatta per tragitti piani e velocità ridotte, nella versione elettrica o pieghevole. In crescita costante la bici a scatto fisso, modello che arriva dagli Usa e piace soprattutto ai più giovani.

Le “scatto fisso”. Fenomeno che arriva dagli Stati Uniti e che comincia a piacere anche in Italia. Le bici a scatto fisso, essenziali e leggere, hanno un solo rapporto possibile. Non permettono di pedalare a vuoto né all’indietro.

Il Segreto del successo. Il segreto del successo sta nel fatto che la bici è easy, facile da usare, costa poco, è maneggevole, comoda, oggi anche hi-tech nelle versioni ibride ed elettriche. Su un tratto di 5 km batte qualsiasi altro mezzo».

Un tesoro nelle cantine. Nelle cantine degli italiani ci sono oltre 32 milioni di bici inutilizzate. Sempre più gente decide di recuperare vecchi modelli ritrovati in garage o in cantina. Con 100-150 euro i negozi specializzati, ce ne sono 2700 sparsi in Italia, ti propongono un restyling completo, seguendo le mode del momento: manubrio dritto, ruote colorate con lo scatto fisso (senza movimento libero dei pedali), telaio riverniciato. Così si valorizzano bici vecchie ma che erano fatte su misura, con telai d’acciaio.

 

Le bici pieghevoli. Piacciono sempre di più agli italiani perché sono ideali da trasportare anche sui mezzi pubblici. Hanno ruote più piccole delle normali bici, si chiudono in pochi secondi, possono essere trasportate facilmente e senza supplementi e occupano pochissimo spazio anche in casa. I prezzi variano dai 300 euro ai  1000 euro delle ultraleggere.

 

novembre 4, 2012

Il Garante dell’attività motoria

Riporto il caso di un ragazzo punito per non essersi “impegnato abbastanza” con la rasatura dei capelli.

A Vicenza un baby nuotatore di 11 anni è stato umiliato dal suo allenatore per gli scarsi risultati ottenuti in una gara in Svizzera, lasciando che un atleta di poco più grande gli rasasse i capelli davanti ai compagni di squadra. Un castigo eccessivo. Quando il bambino è tornato a casa, rasato a zero con una croce di capelli in cima al cranio, i genitori hanno denunciato l’episodio insieme a quelli di un altro nuotatore cui la punizione è stata minacciata, ma non eseguita. Il prossimo 8 novembre l’allenatore, 52 anni, la sua vice, 28 anni, e l’esecutore del taglio (tutti indagati per abuso di mezzi di correzione) saranno sentiti dagli inquirenti. Dagli ambienti del centro sportivo rigettano l’accusa di antisemitismo: “E’ normale tagliare i capelli in concomitanza con le gare – dicono – e la croce è solo un riferimento alla bandiera svizzera”.
Senza sottolineare in modo eccessivo quanto avvenuto ed evitando di parlare di antisemitismo, prendo lo spunto per fare delle considerazioni costruttive e sintetizzo quanto segue:
1) lo sport è uno strumento di formazione ed educazione, ma se gestito da persone non adeguate può fare anche grossi danni, soprattutto nei più giovani;
2) Con lo sport noi possiamo migliorare la salute delle persone, ma anche peggiorarla,  basti pensare alla diffusione del doping;
3) Il volontariato e la professionalità spesso sono difficili da coniugare.
La mia proposta è che le società sportive si dotino di un “garante dell’attività motoria” ossia di un direttore tecnico/educativo laureato in  in scienze motorie che sia responsabile dell’adeguatezza dei processi educativi e sportivi.
L’obiezione a questa proposta è sempre la stessa: le società sportive non hanno i soldi per poter pagare un professionista.  La verità é che le società sportive preferiscono spendere i soldi per vincere non badando minimamente risultasti raggiungono questi risultati.
Fortunatamente non tutte le associazioni sportive sono così, molte di loro ed in numero crescente, stanno dando importanza alla professionalità ed alla qualità dei servizi che forniscono, coniugando volontariato e prestazioni tecniche retribuite.
novembre 2, 2012

LE PALESTRE DEL FUTURO

Viene dagli Stati Uniti l’ultima idea per produrre energia attraverso fonti non fossili e ridurre i nostri consumi elettrici: si tratta di una palestra capace di sfruttare il movimento degli sportivi che vi si allenano in modo da produrre corrente elettrica alternata.

A Portland, in Oregon, Adam Boesel, personal trainer e attivo ecologista, ha applicato il sistema alla sua palestra Green Microgym in modo da azzerare la bolletta elettrica. La tecnologia Human Dinamo sfrutta il semplice meccanismo che permette l’accensione di una lampadina sulle comuni biciclette. Le apparecchiature cardio-fitness, munite di questa apparecchiatura non nuova, sono collegate a un impianto per la diffusione in rete dell’energia. E la palestra diventa una piccola centrale elettrica.

Boesel ha mostrato il funzionamento degli impianti: una postazione di quattro cyclettes, collegate ad altrettanti generatori, può produrre da 200 a 600 watts di potenza all’ora. La pedalata continua di un ciclista, in altri termini, è in grado di tenere acceso un televisore di ultima generazione. Naturalmente si tratta di una produzione piuttosto limitata, ma c’è da tenere conto del numero delle macchine, dello sviluppo di questa tecnologia in termini di resa energetica, dell’ampliamento del settore del fitness a livello globale.

Inoltre, il sistema va collocato entro un contesto di eco-sostenibilità integrato. La palestra di Boesel, infatti, è dotata anche di pannelli fotovoltaici e prevede un piano di programmatica riduzione degli sprechi energetici, dal riciclo della carta allo spegnimento di luci, ventilatori e TV quando inutili.

Adottata su larga scala, una politica di contenimento dei consumi può incidere sensibilmente sui problemi ambientali. In una palestra ogni macchinario è in grado di produrre energia sufficiente per alimentare una lampada a basso consumo (20W); ciò significa che una palestra media, che dispone di 40 attrezzi, nell’ora di punta in cui sono tutti funzionanti, risulta autosufficiente per quanto riguarda l’illuminazione.

Si stima che al mondo ci siano 110.000 palestre, dotate di circa 1 milione e 500 mila attrezzature cardio-fitness potenzialmente utilizzabili per la produzione di energia. Dati che possono diventare significativi anche dal punto di vista della lotta all’inquinamento atmosferico. L’energia pulita così ottenuta corrisponde infatti a una mancata emissione di C02.

Si prevedono quindi interessanti novità per il futuro. La Green Microgym sta infatti allargando i suoi orizzonti, grazie a collaborazioni con partner finanziari e alla possibilità di supportare il marchio attraverso la modalità del franchising.

Del resto, non è un caso che anche l’italiana Technogym, leader nel settore, abbia puntato fortemente su questa prospettiva di ecosostenibilità, come dimostra la volontà di divulgarla presso il pubblico alle prossime fiere del Wellness di Rimini e di Parigi.

novembre 1, 2012

DOPING E OMERTA’

Pierre Dukan, somministratore di diete iperproteiche e inventore della dieta Dukan è stato radiato dall’Ordine dei medici francese il 19 aprile scorso. Michele Ferrari, è stato interdetto a vita dall’esercizio della professione sportiva dall’agenzia antidoping degli Stati Uniti nel luglio 2012 e anche dal CONI, ma in Italia inspiegabilmente, l’ordine dei Medici (di Ferrara in questo caso) non si è minimamente pronunciato.

E’ curioso che l’ordine dei Medici sia immobile e omertoso, quando invece per episodi meno importati e pericolosi per la salute dei Cittadini, intervengono a fare i Savonarola.

Forse un reato come la prescrizione medica di sostanze dopanti deve passare sotto il silenzio, ma poi i media, che ormai costantemente mettono al centro dell’attenzione il mondo sportivo, trovano nel singolo atleta colpevole l’obiettivo contro cui scagliarsi per ricostruire la loro “verginità” e quella di un ambiente di cui anche essi fanno parte e la cui delegittimazione avrebbe costi economici, sociali e politici.

Di questa colpevolizzazione dell’individuo per salvare il sistema, abbiamo varie testimonianze; Il “cattivo ragazzo” diventa un bersaglio fin troppo facile, ma purtroppo così sensibile da rimanere schiacciato e da non riprendersi più. Abbiamo tutti in mente casi estremamente diversi tra loro, ma ben scolpiti nella memoria degli sportivi, quello del 1994 (Maradona) e del 1999 (Pantani).

Sentire Schwazer definire il proprio medico come preparatore atletico è a mio avviso un vero paradosso, il doping è talmente diffuso che non ci accorciamo quanto la sua pratica sia estesa anche a livelli dilettantistici e amatoriali. Non capisco perché attorno agli atleti devono esserci così tanti medici; l’atleta sano non dovrebbe andare dal medico, solo l’atleta malato o con un problema dovrebbe recarsi dal medico.

Ricordo per concludere che il dottor Ferrari è indagato dalla Procura di Padova nell’inchiesta sull’uso di sostanze illecite, ed è collegato ai casi di Lance Armstrong e Alex Schwazer e mi stupisce che ancora oggi l’ordine dei medici non abbia preso posizione.

 

ottobre 31, 2012

COSA SERVE UN ORDINE PROFESSIONALE SE NON INTERVIENE ?

I rappresentanti degli ordini professionali dichiarano che loro sono i garanti degli interessi dei Cittadini e della salute. La verità è che sono esclusivamente i garanti dei loro interessi e i Cittadini devono essere solo “fottuti”.

Gli ordini professionali sono organizzazioni di categorie di professionisti che detengono due principali privilegi ingiusti:

  • monopolio d’iscrizione
  • obbligatorietà d’iscrizione

Il primo punto, quello del monopolio, obbliga tutti cittadini italiani che vogliono esercitare una certa professione (ad esempio l’avvocato o l’ingegnere) a sottostare ed accettare le regole e le tariffe d’iscrizione imposto dall’ordine monopolista. Senza un’alternativa, tutti si devono adeguare.

Il monopolio crea problemi anche ai consumatori: essendo obbligati a scegliere un professionista iscritto all’albo, sono costretti a sottostare alle regole dell’ordine. Ad esempio le tariffe minime di tutti gli iscritti, il divieto di concorrenza tra gli iscritti (che impedisce di capire quali siano i professionisti migliori), e altro.

L’altra questione, quella dell’obbligatorieta’ dell’iscrizione, porta diversi problemi: essendo per un professionista obbligatorio iscriversi all’albo per lavorare, i dirigenti dell’ordine professionale possono esercitare un ingiusto strapotere sui giovani e sugli aspiranti professionisti, che sono costretti a compiere alcune azioni per altri mestieri inimmaginabili: prima devono sostenere un esame di Stato (di cui non si capisce l’utilita’ dato che gli aspiranti sono gia’ in possesso di laurea, e inoltre porta a un 90% di promossi ogni volta), poi devono pagare delle quote d’iscrizione altissime, ed inoltre devono lavorare quasi gratis (praticantato) per uno studio professionale prima d’essere assunti.

Se gli ordini professionali non possono essere aboliti tout court, devono essere per lo meno evitata la creazione di nuovi albi e quindi nuovi ed ingiusti privilegi.

Ma andiamo a vedere piu’ nel dettaglio cosa sono gli ordini professionali:

Un albo professionale e’ un registro in cui sono raccolti i nomi e i dati di tutte le persone abilitate ad esercitare una professione regolamentata dalla legge.

Le leggi statali, solitamente, impongono che vi sia l’obbligo, per poter svolgere determinate attivita’, di essere iscritti ad uno specifico albo, in particolare la’ dove entrano in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini. In Italia esistono una trentina di albi professionali a cui si accede, solitamente, mediante il possesso di uno specifico titolo di studio, unito ad un eventuale periodo di praticantato, al superamento di un apposito esame di Stato e al possesso di determinati requisiti morali, come avere la fedina penale immacolata.

Gli iscritti ad un albo sono riconosciuti come professionisti che svolgono attivita’ ad elevato contenuto intellettuale e hanno spesso dei vantaggi anche sul piano previdenziale. L’iscrizione all’albo e’ obbligatoria soprattutto per chi intende svolgere la libera professione, in quanto consente di firmare progetti, perizie, consulenze, certificazioni, ecc.

In altri casi potrebbe essere sufficiente il solo superamento dell’esame di Stato.
Il concetto di albo è in qualche modo legato al concetto di Ordine, ma non sempre i due termini possono essere usati come sinonimi.
Per “Ordine professionale” si intende l’istituzione, ovvero un ente organizzato e istituito per legge, a cui lo Stato ha affidato il compito di tenere aggiornato l’albo e di tutelare la categoria professionale e il codice deontologico.

Gli ordini professionali in Italia sono circa una trentina:

* Ordine dei farmacisti
* Albo dei dottori agronomi e dottori forestali
* Albo unico dei promotori finanziari
* Ordine dei chimici
* Ordine dei biologi
* Ordine dei medici
* Ordine dei medici veterinari
* Ordine degli psicologi
* Ordine dei dottori commercialisti
* Ordine dei consulenti del lavoro
* Ordine degli avvocati
* Ordine dei notai
* Ordine degli ingegneri
* Ordine Nazionale degli attuari
* Ordine degli architetti
* Ordine dei geometri
* Ordine dei giornalisti
* Federazione Nazionale Collegi Infermieri
* Ordine dei geologi
* Consiglio nazionale dei periti industriali
* Consiglio nazionale dei geometri
* Consiglio Nazionale dei periti agrari
* Collegio Nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati
* Ordine dei tecnologi alimentari
* Ordine dei consulenti in proprieta’ industriale.

ottobre 26, 2012

TANGO A PARIGI….., ANZI A MILANO!

 
Illustrissimo Signor Ministro,
Preg.mo Signor Sottosegretario,
Gent.mi Direttori e Capi dei Dipartimenti della Salute,
Preg.mo Assessore alla Salute Regione Lombardia,
Spett. le Dirigenza Generale Ospedale San Giuseppe,
questa Associazione di Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. – ha appreso ieri che in Regione Lombardia e specificamante presso L’Ospedale San Giuseppe di Milano, dopo una fase sperimentale già svoltasi a Giugno del 2012, ha definitivamente preso inizio il programma sanitario di ”Tango-terapia” destinato a Pazienti cronici e neurolesi in fase di Riabilitazione.
Egregio Signor Ministro, verrebbe seriamente da interrogarsi sul merito di questa disposizione che ci si permetta, scientificamente è davvero molto “esotica”, se noi qui, in quanto Dottori in Scienze Motorie ed esperti del Movimento Umano, non conoscessimo a fondo le potenzialità del Movimento in tutte le sue moltelplici forme, inclusa la Riabilitazione neurologica, poichè agenti sulla sfera della Salute Umana, non che sui fattori anche psico-sociali e psico-emotivi che ad Essa sono correlati.
Ci duole tuttavia dover segnalare sia alla S.V., non che agli altri indirizzi in epigrafe, che se in analisi critica tale succitato “Programma di Tango-terapia”, risultasse anche, ed innegabilmente, benefico per i Pazienti affetti da Parkinson, Sclerosi Multipla, Stroke, da disturbi di Equilibrio neurogeni e da patologie croniche respiratorie, ecc.. , ANCORA una volta, è stata completamente ERRATA dalla Sanità la scelta degli Operatori  indicati a dover GESTIRE e COORDINARE un simile ”Progetto” se poi lo stesso, e davvero con tutto il rispetto professionale del caso e di Ognuno, venga condotto da degli Infermieri o da quant’altri ma sempre e comunque NON da dei “laureati in SCIENZE MOTORIE”.
Egregio Signor Ministro, Gentili Direttori e Capi Dipartimento della Salute, la Categoria Professionale che la nostra Associazione qui rappresenta, formata complessivamente da almeno 100.000 Professionisti laureati e specializzati in SCIENZE MOTORIE, non può che ritenere, anche questo ennesimo caso della “Tangoterapia” svolta al San Giuseppe di Milano, se non come un ennesimo episodio di stortura ed abberrazione professionale. Una risposta MOTORIA senz’altro giusta ma purtroppo data a dei Malati in un modo del tutto sbagliato: ossia attraverso Personale Infermieristico assolutamente INIDONEO, anche da un punto di vista assicurativo oltre che formativo, a poter gestire e poi condurre un Progetto sanitario così delicato, se non solo in forma del tutto auto-referenziata, cosa quest’ultima, che per un Progetto Sanitario che è e dev’ essere notoriamente scientifico, è del tutto illogica.    
Non credono forse le SS.VV. che sia giunta l’ora di dare un SENSO pratico ed EUROPEO ad una laurea come quella delle “SCIENZE MOTORIE” che dallo Stato Italiano, e proprio dal Sistema della Salute in particolare, è stata fino ad oggi bistrattata e professionalmente discriminata (Comma 7 dell’Articolo 2 del Decreto Legislativo n. 178/1998) ?
Non credono forse le SS.VV. che sia FINALMENTE giunto il momento, OGGI, nell’Italia Europea del XXI Secolo di inserire ANCHE questa laurea in SCIENZE MOTORIE, se non proprio nella “Sanità”, almeno in apposite Linee Guida Nazionali atte a poterla impiegare ed utilizzare professionalmente in un UNICO contesto “corpo” della Salute, assieme a tutti quei Suoi 100.000 Professionisti i quali solo proprio COLORO che compongono le Scienze Motorie italiane?
Non sarebbe finalmente giunto il momento di lasciarli ANCHE entrare nelle Corsie Ospedaliere, nelle RSA e nelle Cliniche Private ad impartire Attività Motoria questi 100.000 Professionisti delle SCIENZE MOTORIE, se poi, per trattare i Pazienti attraverso il Movimento Umano, non solo si impegnano spesso e del tutto aspecificamente i Fisioterapisti, tutt’altro che idonei alle Attività Motorie propriamente dette, ma ORA, addirittura, anche gli Infermieri al posto dei laureati in SCIENZE MOTORIE?
Signor Ministro, la laurea in SCIENZE MOTORIE è nata nel 1998 in Italia per adeguare il Nostro Paese all’Europa Comunitaria ma le corporazioni sanitarie allora esistenti le hanno immediatamente tarpato le ali, volendo esprimere IN LEGGE una mera DISCRIMINAZIONE PROFESSIONALE, sancita da una norma ad escludendum, presente al Comma 7 dell’Articolo 2 del Decreto Legislativo n. 178/1998, affichè, al Dottore in Scienze Motorie non potessero e non dovessero assolutamente competere FUNZIONI SANITARIE, specificando: “di cui alle Professioni mediche o di quelle ad esse sottoposte”.
Egregio Signor Ministro, noi laureati in SCIENZE MOTORIE saremo forse alieni alle “cose sanitarie” ma la lingua italiana riteniamo di riuscire ancora a comprenderla e noi, questo ”Comma 7″, proprio non l’abbiamo mai davvero compreso, neppure applicandoci. Noi laureati in SCIENZE MOTORIE accettiamo assolutamente che il Legislatore abbia voluto sottolineare, anche se assai pleonasticamente, che ai Dottori in SCIENZE MOTORIE non competessero funzioni sanitarie proprie di altre Professoni, e ciò era tanto ovvio da non dover essere neppure specificato a livello legislativo, ma tutto ciò non toglie comunque che le “SCIENZE MOTORIE” potessero allora come possano oggi esprimere – LORO STESSE – una PROPRIA finalità e fruibilità di tipo sanitario o fosse anche solo di tipo “socio-sanitario” che è e rimane assolutamente scevra, non che assolutamente DIVERSA, da tutte le altre Professioni che sono già esistenti.
Questo è proprio il caso specifico anche della c.d. “Danza-Terapia”, che attraverso il Tango viene oggi fatta svolgere con squilli di trombe e rulli di tamburi al San Giuseppe di Milano, come se si trattasse di un nuovo ed innovativo “farmaco”. E questo è anche il caso delle così dette “A.F.A.” – le Attività Fisiche Adattate – una Specialità Universitaria Magistrale delle SCIENZE MOTORIE, introdotta con la c.d. Riforma Universitaria nel 2000 e che invece vengono indebitamente ed impunemente fatte svolgere e coordinare, ad esempio in tutte le A.S.L. della Toscana e non solo della Toscana purtroppo, da dei Fisioterapisti, che sono formati per fare tutt’altro: la Fisioterapia appunto e non le “Attività Fisiche”, ancor che ”Adattate”, le quali, nella fattispecie, sono invece di appannaggio professionale SPECIALISTICO dei laureati in SCIENZE MOTORIE.
Signor Ministro, siamo molto rammaricati di dover SOTTOLINEARE e RIBADIRE alla S.V., ed in questo modo, per questa via, la nostra stessa ESISTENZA PROFESSIONALE ma se la nostra Categoria Professionale dovrà continuare a studiare, laurearsi e specializzarsi con tre, cinque, sette e forse più Anni Accademici in Studi Universitari a Medicina, con oltre 70 Esami Universitari, dei quali almeno due terzi sono di MEDICINA ed attraverso un monte ore superiore a 9.000 ore (nove mila) di formazione teorico-pratico per poi vedere che il NOSTRO Lavoro, la NOSTRA Professionalità, il NOSTRO STESSO Ruolo Storico vengono tacitamente ed impunemente esercitati da ALTRI, ci viene allora naturale chiederci: “COSA SI ESISTA A FARE”, in quanto “SCIENZE MOTORIE”, Egregio Signor Ministro.
Signor Ministro, dalla data del 31 Maggio 2011 questa nostra Associazione Professionale D.M.S.A. si è recata numerose volte ove le SS.VV. ricevono quest’ennesima segnalazione di sovrapposizione professionale in seguito all’Istituzione di uno specifico “Tavolo Tecnico Ministeriale Scienze Motorie/ Fisioterapia”. Quest’ultimo è stato voluto dal Vostro predecessore al Governo, l’allora ex Ministro On. Ferruccio FAZIO, il quale l’ha istituito solo DOPO l’abrogazione, avvenuta nel 2011, dell’equipollenza tra i due titoli di studio: “SCIENZE MOTORIE” e “FISIOTERAPIA”, esattamente per come essa era sancita dall’Art. 1 Septies della Legge n. 27 del 03/02/2006.
Nelle numerose convocazioni nei quali come Associazione di SCIENZE MOTORIE – D.M.S.A. – siamo convenuti presso il Vostro Ministero, si è dialogato a lungo, si sono espressi pareri, si sono suggerite numerose proposte: tutte finalizzate soprattutto a far sì che lo Stato Italiano potesse conferire a questi 100.000 Professionisti delle SCIENZE MOTORIE una PROPRIA, e finalmente DEFINITIVA, dimensione Professionale e ciò tra l’altro è purtroppo avvenuto alla presenza, tutt’altro che motivata, delle Associazioni dei Fisioterapisti, il cui destino professionale è già fin troppo ben delineato e sancito dalle Leggi vigenti. Le Associazioni dei Fisioterapisti NULLA avrebbero avuto a dover intervenire o ad interferire su quello che sono, saranno o diventeranno in futuro, anche al condizionale, le SCIENZE MOTORIE, eppure lo hanno fatto egualmente. 
Noi della D.M.S.A. (www.dmsa.it) – Associazione delle SCIENZE MOTORIE - non che i 100.000 Dottori in SCIENZE MOTORIE, che direttamente ed indirettamente qui abbiamo l’Onere e l’Onore di rappresentare, ancora attendiamo con trepidazione quanto emergerà dalla chiusura dei lavori di questo ”Tavolo Tecnico Scienze Motorie/Fisioterapia” istituito 18 mesi or sono e quanto meno, oramai, ci attendiamo ALMENO delle “Linee Guida Nazionali” a noi espressemente dedicate attraverso un “Accordo Conferenza Stato-Regioni” Signor Ministro, le quali ci consentano in un futuro molto prossimo di poter SPENDERE DIGNITOSAMENTE questa nostra laurea in SCIENZE MOTORIE che come chiunque altro, abbiamo conquistato e sudato, è proprio il caso di dirlo più di altri, molto faticosamente e poterla vedere FINALMENTE inserita sia nel Mondo del Lavoro non che nel Sistema Produttivo del Paese, qualsiasi sia il Settore: la Salute, lo Sport, l’Educazione, il Management, ovvero tutti questi Settori insieme, come da Decreto Legislativo n. 178/1998. 
E’ innegabile tuttavia che mentre noi Dottori in Scienze Motorie si attende, disciplinatamente, dallo Stato Italiano e ben da 15 anni ormai, delle RISPOSTE ormai fortemente attese e che riteniamo ormai di dover noi vedere evase, constatare invece che degli “Infermieri” o dei “Fisioterapisti” che si laureano e si specializzano in tutt’altro, finiscano con il far BALLARE il Tango ai Pazienti, ovvero a far praticare CLINICAMENTE, al nostro posto, le “A.F.A.” – Attività Fisiche Adattate – in ospedale o peggio in palestra, per le quali NON SONO ASSOLUTAMENTE FORMATI, ”A.F.A.” inoltre, che per definizione scientifica O.M.S., “CLINICHE” NON SONO affatto, ci duole, ci offende sia professionalmente che umanamente e pure ci spaventa molto Signor Ministro.
La nostra Associazione è ben poca cosa e del tutto risibile rispetto al Vostro Ministero ma noi siamo ben disponibili, IN QUALSIASI MOMENTO, a conferire ancora e nuovamente, sia con la S.V. che con i Vostri Capi Dipartimento al fine di trovare una soluzione che sia veramente DEFINITIVA a questo mero stillicidio professionale che sono ormai diventate le SCIENZE MOTORIE italiane. Purtroppo, o per fortuna, da “politici” quali si è, seppur per noi, in diversa misura, ben sappiamo entrambi che la soluzione per le SCIENZE MOTORIE, che sono ormai un’emergenza professionale nazionale, è come tutto il resto solo di natura POLITICA Signor Ministro e che per risolvere queste emergenze è assolutamente necessario fare delle ragionate scelte politiche. Quindi: o che si “chiuda”, che si abroghi questo così fortemente contrastato-odiato Corso di Laurea in “SCIENZE MOTORIE”, o che lo si RIVALUTI alla luce delle Sue EVIDENZE SCIENTIFICHE – O.M.S. – e storiche, ovvero che lo si DE-MEDICALIZZI in toto ed una volta per tutte e che lo si introduca, ma SERIAMENTE, nel Sistema Sportivo del Paese, il C.O.N.I., con buona pace dei Fisioterapisti, e ora, anche un po’ a sorpresa, anche con quella degli Infermieri “danzanti” o meno.
RingraziandoVi per l’Attenzione restiamo disponibili a qualsiasi chiarimento non che a soggiungere, come sempre, qualora convocati, presso il Vostro Dicastero.
Dott. Luca BARBIN
Specialista in Scienze Motorie Preventive e Adattative
Vice Presidente Nazionale Associazione Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. -
kineedu@aliceposta.it – 335 6847544 – 0185 771226
Dott. Giorgio PASETTO
Specialista in Scienze Motorie Preventive e Adattative
Segretario Nazionale Associazione Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. -
info@dmsa.it – 338 8186818   
Dott. Andrea LAUTER
Specialista in Scienze Motorie Preventive e Adattative
Presidente Nazionale Associazione Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. -
ottobre 24, 2012

Pussy Riot, le ragazze sono già nelle famigerate colonie penali

Le due Pussy Riot, Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, sono arrivate nei campi di prigionia in altrettante remote regioni russe. “Tolokonnikova è al campo di lavoro correttivo 14 in Mordovia e Alyokhina è al campo 32 a Perm”, come ha detto l’avvocato delle ragazze, Violetta Volkova.
“Non abbiamo informazioni ufficiali. Ho mie fonti, hanno controllato”, ha aggiunto Volkova. Il servizio di prigione russa è tenuto ad informare i parenti delle donne della loro posizione entro 10 giorni dal loro arrivo.
Il campo in Mordovia, noto per le sue condizioni difficili, è lo stesso dove l’unica donna condannata nel caso Yukos, l’avvocato Svetlana Bakhmina, è stata dal 2006 fino ad ottobre 2008. Il campo Perm è visto invece come una soluzione meno cupa, ma comunque a circa 1.400 chilometri da Mosca dove vive il figlio della detenuta.
Le due donne sono state condannate a due anni per vandalismo motivato dall’odio religioso dopo aver eseguito una “preghiera punk” anti Putin in una cattedrale di Mosca.