gennaio 16, 2013

PER UN NUOVO RINASCIMENTO ITALIANO

La classe politica attuale tranne poche eccezioni individuali ha fallito, essa deve essere sostituita perché è la causa del declino del nostro Paese.

L’Italia deve rinascere.

Per un nuovo “Rinascimento” è necessario generare mobilità sociale e competizione, rimettendo al centro il lavoro, la professionalità, la libertà di iniziativa ed il merito individuale.

Per fare questo è necessario demolire le rendite di posizione ed i monopoli.

L’inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse stanno stremando il Cittadino.

Tagliare e rendere più efficiente la spesa, ridurre le tasse su chi produce, abbattere il debito anche attraverso la vendita di proprietà pubbliche, premiare il merito, promuovere vere liberalizzazioni e concorrenza anche nei servizi e nel sistema formativo, eliminare i conflitti di interesse, liberare e liberalizzare l’informazione, dare prospettive e fiducia agli esclusi attraverso un mercato del lavoro più flessibile ed equo.

Sono queste le discriminanti che separano chi vuole conservare l’esistente da chi vuole cambiarlo per far sì che il paese goda i benefici dell’integrazione economica europea e mondiale.

I partiti esistenti parlano solo di geometrie politiche e di schieramenti, dei problemi reali e delle soluzioni se ne sente parlare solo in modo generico e superficiale.

 

Per questo motivo auspico la creazione di una nuova classe dirigente adeguata alle necessità, completamente diversa dalle esistenti, che induca un rinnovamento nei contenuti, nelle persone e nel modo di fare politica. Cittadini, associazioni, corpi intermedi, rappresentanze del lavoro e dell’impresa esprimono disagio e chiedono cambiamento, ma non trovano interlocutori.

Personalmente mi rivolgo a tutti i delusi e a tutti coloro che non vogliono andare a votare.

Iniziando dalla riforma della Giustizia, è necessario poi avviare un processo di aggregazione politica libero da personalismi e senza pregiudiziali ideologiche, mirato a fare dell’Italia un paese che prospera e cresce.

 

 

ALCUNI PROVVEDIMENTI NECESSARI IMMEDIATAMENTE:

1) Tagliare le aliquote fiscali, mirando innanzitutto a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro;

2) Predisporre un serio programma di spending review;

3) Predisporre un programma di privatizzazioni per contenere la crescita del debito;

4) Predisporre un programma di alienazione di immobili statali;

5) Legalizzare la prostituzione per raccogliere denaro e ridurre la criminalità;

6) Eliminare l’IMU dalla prima casa;

7) Eliminare il canone RAI;

8) Legalizzare le droghe leggere per raccogliere denaro e ridurre la criminalità;

9) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali (professioni);

10) Fare funzionare la giustizia;

11) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari ai diversi livelli di governo.

 

 

gennaio 15, 2013

SPUNTI PER RILANCIARE L’ECONOMIA ITALIANA

Per dare impulso alla crescita è necessario rimuovere numerosi ostacoli alla concorrenza, quali certe normative e procedure legali, gli assetti proprietari e la protezione delle posizioni di rendita. Una maggiore concorrenza permetterebbe non solo di promuovere innovazione e produttività, ma aumenterebbe anche le scelte a disposizione dei consumatori, farebbe calare i prezzi e migliorerebbe la competitività.

Le riforme amministrative possono aiutare l’Italia nel difficoltoso compito di risanare le finanze pubbliche e rilanciare e rinnovare l’economia. Tali riforme possono permettere di realizzare risparmi di efficienza e accrescere la produttività dell’amministrazione pubblica, indispensabile per migliorare la sostenibilità fiscale. Inoltre, riducendo i tempi e i costi per i cittadini e le aziende, le riforme possono contribuire a liberare le risorse atte a sostenere i consumi e gli investimenti e a migliorare il clima di fiducia.

Un importante fattore responsabile della scarsa produttività dell’Italia è l’insufficiente performance dell’innovazione. La portata e l’efficacia dell’innovazione italiana sembrano essere tra le più scarse dell’area OCSE (

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e l’Italia rischia di accusare ritardi sia rispetto alle economie più sviluppate che a quelle emergenti. E’ pertanto essenziale dare slancio all’innovazione per incrementare la competitività italiana e ottenere una crescita sostenibile a lungo termine.

L’Italia è caratterizzata da una partecipazione relativamente bassa delle donne al mercato del lavoro. Ciò è dovuto in larga parte al fatto che le famiglie, e soprattutto le donne, hanno sempre ricoperto un ruolo essenziale nel lavoro di assistenza, rispecchiando principalmente tradizioni culturali e sociali. In futuro, però, il ruolo sociale della famiglia sarà messo in discussione dalle pressioni che derivano dall’invecchiamento della popolazione, che una elevata partecipazione femminile alla forza lavoro può contribuire a mitigare.

gennaio 15, 2013

PERCHE’ VOTARE UNA LISTA DI SCOPO ?

Se non hai deciso per chi votare, mi permetto di farti leggere alcune considerazioni:

La giustizia negata e il declino italiano

Un Paese senza giustizia condanna il popolo e le istituzioni stesse a vivere nella illegalità. In Italia sono 10,8 milioni i processi e le cause pendenti (uno ogni 5,6 abitanti), 160.000 i procedimenti penali annullati ogni anno dalla prescrizione dei termini (dal 1996 al 2008 sono stati 2.058.058, per un costo di 84 milioni di Euro l’anno), il 90-95% dei reati restano impuniti. Nel 2005, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Alvaro Gil-Robles, stimava che “circa il 30 per cento della popolazione italiana era in attesa di una decisione giudiziaria”.

Mario Draghi, nelle considerazioni finali di Bankitalia, il 31 maggio 2011 dichiarò: “ Nostre stime indicano che la perdita annua di PIL attribuibile ai difetti della nostra giustizia civile potrebbe giungere a un punto percentuale”. Il Commissario per i diritti umani del consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, il 23 agosto 2012 scrisse “molti interlocutori, tra cui il ministro della giustizia, hanno riferito che a causa dell’inefficienza della giustizia civile, la crescita annua del PIL italiano stimata potrebbe subire una riduzione fino all’1%. La quantificazione nell’1% del PIL perso a causa dei tempi della giustizia civile è confermata dal rapporto “Doing business 2012” della Banca mondiale, che posiziona al 158esimo posto su 183 per tempi e efficacia di risoluzione dei contratti civili. Per recuperare un credito ci vogliono 1.210 giorni in Italia, 331 in Francia, 300 giorni negli Usa.

Il Centro Studi di Confindustria (2011) stima che smaltire l’enorme mole di pratiche giudiziarie frutterebbe alla nostra economia il 4,9% del Pil, ma basterebbe abbattere anche del 10% i tempi di risoluzione delle cause per guadagnare lo 0,8% del Pil l’anno. Non è un problema di scarsità di risorse impiegate, dal momento che la spesa per la giustizia è la seconda più alta in Europa, dopo quella della Germania.

Ogni recente riforma affrontata dal Parlamento italiano (dalla riforma del lavoro a quella sulla corruzione) è vanificata dalla paralisi dei tribunali.

Dove la Peste italiana già uccide: il carcere

Il 31 ottobre 2012 nelle carceri c’erano 66.685 detenuti, cioè oltre 22.000 in più della capienza; di questi, quasi il 40,1% in attesa di giudizio. Il tasso di affollamento è del 142,5% (la media europea è del 99,6%).

“La situazione delle carceri italiane è “fuori della Costituzione” dichiara il ministro della Giustizia Angelino Alfano” (15 marzo 2009). Il 13 gennaio 2010 il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza. “Una realtà che ci umilia in Europa”, ha dichiarato il Presidente della Repubblica Napolitano nel Luglio 2011. In Italia di carcere si muore: secondo il centro studi di Ristretti Orizzonti, dal 1990 al 2012 i suicidi sono stati 1.120; i tentati suicidi 18.164 e gli atti di autolesionismo 116.570. Negli ultimi venti anni nelle carceri italiane si è registrato in media ogni anno 1 suicidio ogni 989 detenuti. L’incidenza dei suicidi è quasi 20 volte quella fuori dal carcere.

Italia delinquente professionale in Europa

L’Italia è fra gli Stati più condannati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per violazioni della Convenzione europea sui diritti umani e in particolare dell’art. 6, che impone agli Stati di garantire una durata ragionevole dei processi. Il 37 per cento di tutte le sentenze di condanna da parte della Corte per inefficienza della giustizia è a carico dell’Italia. Nel 2009 la Corte emette 61 sentenze di condanna contro l’Italia: più di qualsiasi altro Stato dell’Europa occidentale. Al 31 dicembre 2009 pendono presso la Corte 7.158 casi riguardanti l’Italia, cioè il 6 per cento del totale (solo Russia, Turchia, Romania e Ucraina ne contano un numero maggiore). Di tali casi, 2.889 sono per la durata eccessiva dei processi. Nel 2010, il risarcimento danni da parte dello Stato italiano per i processi troppo lunghi ha superato i 300 milioni.

L’Italia è lo Stato con il maggior numero di sentenze di condanna della Corte europea di Strasburgo non eseguite sul piano interno: 2.467 su un totale di 3.544 casi pendenti dinanzi al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. Nel marzo 2009, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa richiama l’Italia a risolvere il problema strutturale dell’eccessiva durata delle procedure giudiziarie nei processi civili, penali e amministrativi. L’ultimo richiamo del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa risale al 13 marzo 2012, quando ha rilevato che “la situazione concernente l’eccessiva durata dei processi e il malfunzionamento del rimedio esistente (legge Pinto) rimane estremamente preoccupante e richiede l’adozione urgente di misure su larga scala in grado di risolvere il problema”. Secondo il Comitato dei ministri, il funzionamento della giustizia italiana costituisce “un serio pericolo per il rispetto della supremazia della legge, perché comporta una negazione dei diritti sanciti dalla convenzione europea dei diritti umani e una minaccia seria per l’efficacia del sistema che sottende alla stessa convenzione”

L’amnistia

Il problema strutturale necessita di una soluzione altrettanto strutturale. A meno di accettare che lo Stato italiano continui a violare le regole sia internazionali sia interne, la soluzione deve operare in tempi immediati. L’unica soluzione che presenta tali connotati è quella di una grande amnistia, ovvero la cancellazione della quasi totalità dei procedimenti giudiziari. Consentirebbe al sistema giudiziario di riorganizzarsi e ripartire portando finalmente a termine almeno i processi per i reati più gravi. Consentirebbe al sistema politico di affrontare sul piano legislativo le necessarie riforme, come le depenalizzazioni, richiesta pressoché unanime dei vertici apicali dello stesso Stato.

Il 25 Dicembre 2005 si tenne a Roma una grande “Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia, la libertà”. Del Comitato promotore fecero parte gli ex-Presidenti del Consiglio Giulio Andreotti e Massimo D’Alema, l’ex-Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nonché l’attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Insieme a loro, aderiscono: i senatori a vita Emilio Colombo, Rita Levi Montalcini e Sergio Pininfarina; i presidenti emeriti della Corte costituzionale Giuliano Vassalli e Antonio Baldassarre. Sia a Pasqua sia il 25 aprile 2012 altre due marce riportano nelle piazze l’urgenza della soluzione amnistia.

“(…) Questa conclamata, abituale, flagrante violazione della legalità costituzionale va interrotta subito, con misure deflattive capaci di creare le condizioni di partenza per adeguate riforme ordinamentali. Questi strumenti ci sono, la Costituzione li prevede e si chiamano amnistia e indulto. Due parole ormai bandite dal vocabolario della politica.” Così scrissero 130 costituzionalisti e giuristi al Presidente Napolitano nel giugno 2012, specificando che l’amnistia è necessaria “per ripristinare il diritto – riconosciuto dalla Costituzione e dalla CEDU – ad un processo dalla durata ragionevole”, “per ristabilire il principio di eguaglianza nell’esercizio dell’azione penale”, “a una riorganizzazione degli uffici giudiziari e ad una redistribuzione dei carichi di lavoro tra giustizia penale e giustizia civile”,e infine “per il suo effetto deflattivo carcerario”, accompagnata da un provvedimento di indulto.

gennaio 7, 2013

PER UNA SCELTA POLITICA RAZIONALE

La domanda che oggi molti cittadini si fanno è la seguente: Chi voterò il 24/24 febbraio 2013?

Mi permetto di dare un suggerimento a tutti coloro che intendano fare un voto di “testa” e non di “pancia”.

Provate a verificare come la pensano i vari schieramenti su alcuni punti importanti e poi di conseguenza ciascuno di noi potrà trarne la propria personale indicazione.

Ecco il giochino: Domande scomode a problemi concreti dell’Italia

Gentile Onorevole… ……

1) che cosa non ha funzionato nell’euro e che cosa ne pensa dell’Europa?

2) Se la prioritá è la crescita economica dell’Italia, cosa propone a favore delle imprese e a favore del lavoro?

3) Il welfare in Italia ha bisogno di modifiche. Cosa propone per i giovani, per i più deboli e per la salute ed il benessere di tutti?

4) La pressione fiscale ha raggiunto livelli insopportabili, cosa propone?

5) Quali misure ritiene fondamentali per ridurre la spesa pubblica?

6)  Cosa ne pensa delle Regioni a statuto speciale?

7) La burocrazia è arrivata a livelli improponibili, cosa propone per semplificarla?

8) i consumi sono in calo, cosa ne pensa dell’aumento dell’IVA?

9) cosa ne pensa della situazione della giustizia in Italia e cosa propone per migliorarla?

10) Cosa ne pensa della situazione delle carceri Italiane?

11) Che cosa ne pensa dei diritti delle coppie omosessuali?

12) come pensa di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti?

13) cosa ne pensa in tema di eutanasia e fine vita?

14) cosa ne pensa delle liberalizzazioni e come intende agire?

15) Come vede il rapporto tra Stato e Chiesa?

Ecco 15 domande che ci potrebbero dare delle indicazioni precise relativamente al Leader Politico al quale dare la nostra fiducia.

dicembre 20, 2012

Professione Chinesiologo: Il DDL 3270 relativo alle Associazioni Professionali è legge dello Stato.

La regolamentazione delle associazioni professionali è legge. il 19/12/12 la X Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati ha approvato in sede legislativa la legge che regolamenta le associazioni delle professioni non organizzate con ordini o collegi (AC 1934-B).

Il Parlamento Italiano si è reso protagonista di una pagina importante nella storia delle professioni italiane, perché l’approvazione di questa legge rivoluziona il sistema rendendolo più moderno, efficace e competitivo. Con questo provvedimento si è garantita l’utenza e dato dignità e status ad oltre tre milioni di professionisti riconoscendo per legge il sistema duale delle professioni composto da ordini ed associazioni. La legge affida alle libere associazioni professionali, organizzazioni a carattere privatistico ed adesione volontaria, senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva, il compito di valorizzare le competenze dei professionisti ad esse iscritte, attraverso il rilascio di un attestazione di qualificazione professionale che agevola la scelta e la tutela del cittadino/utente.

La professione di CHINESIOLOGO – dottore in scienze motorie – diventa a partire dal 2013 una professione ufficiale e definita.

Da domani occorrerà iniziare a immaginare una nuova DMSA (www.dmsa.it).  Con questa legge, infatti, le associazioni divengono i più importanti organismi di tutela nei confronti dell’utenza e di conseguenza occorre puntare alla diffusione di standard qualitativi sempre più elevati.

 

 

dicembre 16, 2012

Una nuova politica per il benessere e la salute dei Cittadini

Purtroppo stiamo assistendo quotidianamente solo alla gestione del potere da parte dei partiti,  le forze politiche dovrebbero invece dichiarare apertamente se vogliono migliorare la salute e la qualità della vita dei Cittadini.

La “salute” di un cittadino rappresenta un vantaggio non solo per lui ma anche per la collettività. Questo è il punto di partenza “moderno”, che eleva l’attenzione della libertà di scelta puramente individuale e ne condivide le sue ricadute sociali ed economiche.
La sostenibilità economico/finanziaria del SSN è una delle principali preoccupazioni del governo che ne enfatizza in ogni occasione la criticità. L’aumento progressivo della popolazione anziana, con i relativi effetti di compromissione fisica e cognitiva se non accompagnati da adeguate politiche pubbliche locali che ne riducano l’impatto negativo determinerà, nella situazione demografica in corso, ulteriori difficoltà di finanziamento del sistema.
Un cittadino con sane abitudini di vita è generalmente un cittadino che costa meno alla Sanità, che si sposta frequentemente a piedi o in bicicletta, che può accedere agli edifici senza gravi difficoltà, che si sente in equilibrio psicofisico e capace di avere una vita sociale, che più probabilmente partecipa attivamente ad attività urbane, che si sente più spinto ad approfondire le proprie conoscenze e che, maggiormente integrato nel tessuto socio-culturale locale, lo alimenta con la propria personalità e creatività.
Vi sono buone probabilità che questo cittadino invecchi in modo attivo.
Per raggiungere questo scopo, le forze politiche devono promuovere un insieme d’iniziative e azioni sui diversi fattori responsabili di perdita, di riduzione, di scarsa attenzione alla salute.
Con il fine di perseguire tali obiettivi si deve applicare un approccio integrato, agendo particolarmente sui servizi, per favorire e incrementare la consapevolezza specifica dei cittadini sul bene fondamentale della salute, stimolandoli a prendere decisioni informate.
Le forze politiche si devono impegnare a raggiungere lo scopo attraverso una maggiore attenzione al tema del benessere e della qualità della vita dei cittadini,  favorendo un maggior coordinamento delle attività delle Amministrazioni pubbliche che operano a livello territoriale, un maggior coinvolgimento dei Privati che operano a livello commerciale e una più marcata integrazione delle attività operative dei servizi al fine di ridurre significativamente: sedentarietà, obesità, tabagismo, alcolismo, mediante realizzazione di specifici Piani di intervento.
Si propone quindi alle forze politiche di inserire nei programmi, attingendo alle migliori esperienze internazionali, linee guida di contrasto dei fenomeni della sedentarietà, obesità, tabagismo, alcolismo. Si impegnino, inoltre, ad attivare un apposito programma di monitoraggio dei fenomeni in questione e di educazione permanente.
Il cittadino deve “recepire” che l’Amministrazione pubblica è attenta al suo benessere e favorisce la sua capacità di prendere decisioni consapevoli e informate.
La prospettiva reale di una società mediamente sempre più “vecchia” deve prendere in considerazione la necessità del prolungamento di condizioni di salute orientate all’autonomia. In caso contrario, il sistema socioeconomico avrà sempre maggiori difficoltà nel sostenere il carico di persone con graduale riduzione della capacità di affrontare gli stress ambientali e sociali, perchè indebolite dall’insorgenza del concatenarsi di patologie e sempre più “isolate”, sino alla perdita di autonomia fisica e psichica e incapaci di padroneggiare la propria vita.
Le forze politiche devono contribuire in modo significativo, con le più diverse decisioni operative in tema di lavoro, mobilità, pianificazione, offerta di servizi, ecc, ad educare i cittadini a guardare con maggior attenzione alla loro salute, ricordando che “l’indipendenza genera sempre nuova energia mentre la dipendenza la consuma soltanto”.
dicembre 16, 2012

Anche i diritti civili e non solo l’economia dovrebbero essere al centro dei programmi politici

Le associazioni Luca Coscioni ed  Exit – Italia hanno   preannunciato la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare su “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”. Con questa iniziativa vogliono  porre  il tema dell’eutanasia  all’attenzione dei partiti politici alla vigilia delle elezioni , con  l’intento di farne uno dei temi legislativi  della prossima Legislatura.
Certo, il clima non è dei più favorevoli, visto che il PD nel suo programma ignora completamente il tema e che un primo accenno di dibattito interno al PDL sui diritti civili finirà probabilmente per annegare nell’ennesimo referendum Berlusconi sì/Berlusconi no.
Per non  parlare dello sbarramento del Vaticano e dei cattolici integralisti.  Il Cardinale Scola (che sarebbe quello progressista) attacca duramente la “laicitè” del governo francese e  la riforma sanitaria di Obama (a suo avviso filo-abortista). Il direttore di “Avvenire”  Marco Tarquinio considera giusto l’ok del presidente Napolitano al decreto sull’ILVA ma si chiede perché il Capo dello Stato bloccò invece il decreto con cui il premier Berlusconi voleva impedire la morte di Eluana. Eppure – scrive Tarquinio – si tratta in ambedue i casi di un conflitto fra Magistratura ed Esecutivo.
Nell’organizzare gli “stati generali dei diritti civili” l’associazione Coscioni si è  preoccupata  di dare sempre spazio a “le ragioni degli altri”.  Ma come si fa a dialogare con Tarquinio, che mette insieme l’ILVA ed Eluana? (Intanto Papa Ratzinger, più prosaicamente,   scende personalmente in campo contro i tagli del commissario Bondi alle strutture sanitarie cattoliche nel Lazio, ignorando gli scandali che le hanno dilaniate per anni).  Tutti loro, naturalmente, fingono di  ignorare  che la società italiana cambia malgrado le direttive del Vaticano. Ce lo dice il CENSIS, ad esempio, con un dato molto significativo: in venti anni le famiglie ”non matrimoniali sono passate dal 7,6  al 17,3% del totale”. Eppure questo paese non riesce a darsi una legge, normale in ogni paese occidentale, sulle unioni civili.
Ancora una volta, le notizia di questi quindici giorni evidenziano la distanza siderale fra la realtà italiana e quella dei paesi europei comparabili con il nostro. Pochi  esempi. Il Parlamento Europeo  approva (voto contrario del PPE) una direttiva per garantire l’esercizio del diritto all’aborto e le nozze gay. Il Bundestag approva in prima lettura un ddl del  ministro liberale alla Giustizia che depenalizza il suicidio assistito. In Francia,  il ministro  della Giustizia Territoriale e dell’Alloggiamento, la ecologista Cecile Duflot,   chiede  alla Chiesa di destinare alcuni dei suoi immobili parigini vuoti ai senza tetto sempre più numerosi (oltre 150 mila) in Francia, minacciando di ricorrere all’esproprio. In Gran Bretagna, il premier conservatore David Cameron, diversi ministri del suo governo e  il sindaco di Londra Boris Johnson  (anche lui Tory), in una lettera aperta al  “Sunday Telegraph”, si dicono  favorevoli alla proposta di legge per i matrimoni gay, da celebrare anche in luoghi di culto.
dicembre 14, 2012

PROGETTO “PALESTRE VERONA”

E’ con grande soddisfazione che oggi abbiamo approvato in Comune il Progetto “Palestre Verona”. Ringrazio l’Assessore allo Sport del Comune di Verona Marco Giorlo ed il Dirigente dott. Sandro Vazzoler, gli intervenuti della Commissione Tecnica: prof. Ottavio Bosello (geriatra e nutrizionista), prof. Schena Federico, prof. Massimo Lanza (Corso di laurea in Scienze Motorie – Verona), dott. Roberto Filippini (Presidente Associazione Medici Sportivi – Verona), dott. Massimo Valsecchi, dott.ssa Susanna Morgante, dott.ssa Carlotta Chiari (Dipartimento di Prevenzione ULSS 20 – Verona) dott.Dario Meneghini, dott. Andrea Brunelli (Associazione dottori in scienze motorie – Verona), dott. Marco Bacchini (Presidente Federfarma Verona – Consigliere Comunale Lista-Tosi) dott. Alessandro Mozzo (Rappresentante delle palestre del Comune di Verona).

In sintesi il progetto prevede:

-      La sottoscrizione di un Codice Etico;

-      L’adesione al Codice Etico è volontaria da parte dei gestori delle palestre;

-      L’adesione comporta l’accettazione di partecipare alle attività di formazione ed aggiornamento definite annualmente;

-      Le palestre coinvolte potranno esporre al pubblico il “marchio”, il “Codice Etico” ed il materiale informativo condiviso.

-      L’adesione al progetto “Palestre Verona”  darà diritto a collaborare con il Comune, gli Enti Locali e l’ Azienda Sanitaria.

In tal modo si palesa e si concretizza l’impegno concreto del Comune di Verona nella tutela del diritto dei cittadini a svolgere una pratica sportiva e motoria corretta per promuovere idonei stili di vita e costituisce un esempio di alleanza di reciproco vantaggio tra Pubbliche Istituzioni, Sistema Sanitario, Università, Farmacie e mondo imprenditoriale/associativo.

Lo svolgimento dell’attività fisica consigliata dal Servizio Sanitario Locale dovrebbe avvenire nelle palestre e nelle strutture in possesso del riconoscimento di “Palestre Verona”.

Adesso il documento sottoscritto nel tavolo tecnico passerà alla V Commissione del Comune di Verona presieduta dalla dott.ssa Antonia Pavesi, per poi approdare definitivamente per la votazione, in Consiglio Comunale.

Giorgio Pasetto (Consigliere Comunale – Lista Tosi)

dicembre 13, 2012

PROPOSTA DI DELIBERA PER IL COMUNE DI VERONA

Oggetto: SALUTE   E IGIENE PUBBLICA – ATTO DI INDIRIZZO IN MATERIA DI “QUALITA’ DELLA VITA,   BENESSERE E SALUTE A VERONA”.

Signori/e Consiglieri/e,

Il Comune di Verona vuole migliorare la salute e la qualità della vita dei suoi cittadini.

La “salute” di un cittadino rappresenta un vantaggio non solo per lui ma anche per la collettività. Questo è il punto di partenza “moderno”, che eleva l’attenzione della libertà di scelta puramente individuale e ne condivide le sue ricadute sociali ed economiche.

La sostenibilità economico/finanziaria del SSN è una delle principali preoccupazioni del governo che ne enfatizza in ogni occasione la criticità. L’aumento progressivo della popolazione anziana, con i relativi effetti di compromissione fisica e cognitiva se non accompagnati da adeguate politiche pubbliche locali che ne riducano l’impatto negativo determinerà, nella situazione demografica in corso, ulteriori difficoltà di finanziamento del sistema.

Un cittadino con sane abitudini di vita è generalmente un cittadino che costa meno alla Sanità, che si sposta frequentemente a piedi o in bicicletta, che può accedere agli edifici senza gravi difficoltà, che si sente in equilibrio psicofisico e capace di avere una vita sociale, che più probabilmente partecipa attivamente ad attività urbane, che si sente più spinto ad approfondire le proprie conoscenze e che, maggiormente integrato nel tessuto socio-culturale locale, lo alimenta con la propria personalità e creatività.

Vi sono buone probabilità che questo cittadino invecchi in modo attivo.

Per raggiungere questo scopo, si intende promuovere un insieme d’iniziative e azioni sui diversi fattori responsabili di perdita, di riduzione, di scarsa attenzione alla salute.

Azioni ed obiettivi

Con il fine di perseguire tali obiettivi, il Comune di Verona intende applicare un approccio integrato, agendo particolarmente sui suoi servizi, per favorire e incrementare la consapevolezza specifica dei cittadini sul bene fondamentale della salute, stimolandoli a prendere decisioni informate.

Il Comune di Verona s’impegna a raggiungere lo scopo in premessa attraverso una maggiore attenzione al tema del benessere e della qualità della vita dei cittadini veronesi,  favorendo un maggior coordinamento delle attività delle Amministrazioni pubbliche che operano a livello territoriale, un maggior coinvolgimento dei Privati che operano a livello commerciale e una più marcata integrazione delle attività operative dei servizi e settori comunali al fine di ridurre significativamente: sedentarietà, obesità, tabagismo, alcolismo, mediante realizzazione di specifici Piani di intervento.

Si propone quindi che l’Amministrazione comunale, attingendo alle migliori esperienze internazionali, si impegni a far proprie entro 18 mesi dall’adozione della presente delibera specifiche linee guida di contrasto dei fenomeni della sedentarietà, obesità, tabagismo, alcolismo. Si impegni, inoltre, ad attivare un apposito programma di monitoraggio dei fenomeni in questione e di educazione permanente

Il cittadino deve “recepire” che l’Amministrazione è attenta al suo benessere e favorisce la sua capacità di prendere decisioni consapevoli e informatI.

Sempre entro 18 mesi dall’approvazione della presente proposta di delibera l’Amministrazione dovrà attivare concrete iniziative in tal senso, quali ad esempio:

a) Organizzare e gestire una campagna educativo/informativa per accrescere e diffondere cultura e consapevolezza;

b) Collaborare con l’Azienda Sanitaria Locale, l’Università di Verona, le varie associazioni e le palestre del territorio;

c) Definire l’approccio scientifico dell’Ente al problema;

d) Intervenire su regolamenti e capitolati comunali, introducendo proposte preferenziali e suggerimenti

Definire l’approccio scientifico dell’Ente al problema

Il Comune di Verona può dare un contributo importante a livello di approccio metodologico al problema mediante raccolta di informazioni scientifiche, soprattutto dall’Università e dall’ASL. Elaborando dati statistici aggiornati può mettere a disposizione dei decisori politici locali dei modelli di simulazione di scelte politiche e sociali. Le previsioni potranno essere effettuate sulla base dell’evoluzione demografica veronese, che evidenzi  il trend possibile e/o auspicabile dei saldi demografici locali. Alla popolazione totale-prevista-auspicata, nel periodo considerato, verrà applicato un tasso variabile di obesità-tabagismo-alcolismo ecc. ed un tasso variabile di correzione (target) degli stessi fattori. La simulazione permetterà di valutare gli impatti possibili delle politiche pubbliche locali a contrasto dei fenomeni considerati. Questo strumento previsionale tenuto in grande considerazione in Europa e nel mondo definirà l’approccio scientifico dell’Ente al problema e, come un “atout”, permetterà al Comune di proporsi come modello per altre Amministrazioni.

L’importanza della “misurabilità” dei risultati di qualsiasi intervento pone l’accento sulla necessità di disporre di strumenti di “risposta”, in grado di correggere o intensificare, ad esempio, l’intervento stesso. Richiede anche, e soprattutto, di costruire un sistema-Osservatorio della salute, in cui dovranno essere rappresentati i portatori di interesse locali: il sistema sarà guidato dal Sindaco, a cui deve essere attribuita non solo la funzione di raccolta e stima dei dati, ma anche il potere di normare in conseguenza, sul territorio, su questo tema specifico

Organizzare e gestire una campagna educativo/informativa per accrescere e diffondere cultura e consapevolezza

L’Amministrazione si costituirà parte attiva per accrescere la consapevolezza locale, puntando a un’azione capillare informativa – educativa.

Potrà farlo rivolgendosi, in modo particolare, alle nuove generazioni con momenti d’incontro presso le scuole, luogo privilegiato per l’approfondimento culturale. Potrà essere proposto l’inserimento tra gli argomenti di studio l’”educazione a un corretto stile di vita”.

L’Amministrazione si rivolgerà ai genitori, attraverso newsletter che saranno spedite per e-mail alle famiglie e distribuite in versione cartacea presso le farmacie.

Infine, potrà rivolgersi ai formatori, favorendo l’organizzazione e la diffusione di corsi tenuti da esperti per potenziare al massimo la preparazione degli insegnanti. Al riguardo, l’Amministrazione potrebbe valutare la possibilità di stabilire un protocollo di collaborazione con strutture di alta formazione e con organizzazioni che si occupano di divulgazione di contenuti scientifici.

Un documento d’indirizzo dell’Amministrazione potrà stabilire condizioni per il coinvolgimento dei media (giornali, radio e tv) locali come attori importanti nella rappresentazione della quotidianità, attribuendo loro responsabilità di approfondimento, aggiornamento costante, ampliamento della possibilità di dibattito soprattutto a livello locale

Collaborare con l’Azienda Sanitaria Locale, l’Università di Verona, le associazioni e le palestre del territorio.

L’Amministrazione potrà attivare un’apposita struttura di coordinamento INTERSETTORIALE a presidio delle politiche urbane per la qualità della vita. Inoltre appoggerà e favorirà la diffusione dei risultati delle iniziative già da tempo intraprese dall’Azienda Sanitaria Locale in materia di linee guida di prevenzione, includendo informazione specifica nelle Newsletter, patrocinando convegni locali, condividendo eventuali progetti futuri sul tema.

Una stretta collaborazione con l’Università permetterà di acquisire una visione specialistica delle tematiche trattate, oltre ad aumentare la possibilità di diffusione di contenuti di elevato livello scientifico e operativo.

La pratica motoria potrà essere incoraggiata attraverso meccanismi d’incentivazione non economica alle associazioni e alle palestre, per spingerle ad attivare terapie fisiche individuali e di gruppo a prezzi calmierati, con possibilità di agevolazioni e pagamenti rateali, per obiettivi specifici. Così facendo, saranno rese accessibili le palestre anche ai meno abbienti. A supporto del cambiamento che l’Amministrazione vuole indurre si dovrà sempre prevedere specifiche azioni per il coinvolgimento di sponsors.

In questo contesto, si potrà inserire anche il progetto  “Palestre sicure”, per iniziativa di DMSA ( Associazione Dottori in Scienze Motorie), e in risposta alla necessità di cooperare in rete con i portatori di interesse locale. Tra le finalità del progetto si potrebbero includere quelle di promuovere la sicurezza degli utenti delle palestre, divulgare uno stile di vita sano e consapevole, diffondere un’informazione orientata a modificare comportamenti inadeguati all’origine di malattie degenerative.

Alla rete potranno quindi aderire il Comune, l’Università, L’Azienda Sanitaria Locale, le  Palestre del territorio, le Farmacie e il mondo associativo. Ciascun partner avrà un ruolo specifico nel progetto, che offrirà l’opportunità a tutti i partecipanti di intervenire su una molteplicità di aspetti, riconducibili a qualità e  sicurezza, in riferimento a caratteristiche ambientali e strutturali di salubrità, rispetto di norme edilizie, rispetto di norme di sicurezza e igienico-sanitarie, dotazione di attrezzatura medico-sanitaria per il pronto intervento, qualifica ed esperienza del personale, prevenzione contro il ricorso a doping e ad abuso di integratori, formazione all’uso del defibrillatore, ecc.

Intervenire su regolamenti e capitolati, introducendo proposte preferenziali e suggerimenti

L’Amministrazione potrà agire direttamente su propri regolamenti di vario tipo.

Ad esempio, in ambito edilizio potranno essere introdotti criteri atti a favorire abitudini salutari dei residenti.

Le palestre e gli impianti sportivi potranno introdurre protocolli volontari basati su nuovi principi di sicurezza per la pratica motoria sia libera sia guidata. L’arredo urbano potrà favorire la vivibilità della città, gli spostamenti a piedi e l’aggregazione, prevedendo la realizzazione di ulteriori piccole aree verdi, passeggiate protette, e installazione di ulteriori panchine per favorire la sosta, in particolare di anziani e bambini, durante i percorsi.

Per incoraggiare la pedonalità, potranno essere introdotte misure di salvaguardia: ad esempio, allargando i marciapiedi in alcune aree che si prestano particolarmente al cammino, rimuovendo gli ostacoli installati sui marciapiedi se questi sono troppo stretti, sensibilizzando i cittadini ad evitare il parcheggio sui marciapiedi, e altri provvedimenti analoghi.

Si potrà agire sui criteri dei capitolati in uso all’Amministrazione per la fornitura di servizi di ristorazione negli uffici comunali, compresi i distributori automatici. I prodotti venduti confezionati potranno rispondere a requisiti  che ne permettano l’immediata valutazione da parte dell’acquirente della loro composizione e dell’apporto calorico; si potranno privilegiare cibi equilibrati dal punto di vista nutrizionale. Potrà essere richiesta la certificazione di provenienza delle materie prime, preferibilmente locale; potrà essere favorita la freschezza rispetto ai cibi conservati e ricchi di additivi. L’Azienda Sanitaria Locale potrebbe fornire un elenco di caratteristiche da rispettare, e il Comune potrebbe includerle come condizione necessaria da osservare per ottenere l’autorizzazione all’erogazione.

Eventuali suggerimenti nutrizionali si ispireranno alle caratteristiche della Dieta Mediterranea, tuttora considerata la più adatta per la salvaguardia della salute. La scelta degli alimenti, ad esempio per le mense scolastiche, cadrà su cibi semplici e il meno elaborati possibile.

Tutto ciò premesso

La prospettiva reale di una società mediamente sempre più “vecchia” deve prendere in considerazione la necessità del prolungamento di condizioni di salute orientate all’autonomia. In caso contrario, il sistema socioeconomico avrà sempre maggiori difficoltà nel sostenere il carico di persone con graduale riduzione della capacità di affrontare gli stress ambientali e sociali, perchè indebolite dall’insorgenza del concatenarsi di patologie e sempre più “isolate”, sino alla perdita di autonomia fisica e psichica e incapaci di padroneggiare la propria vita.

L’Amministrazione può contribuire in modo significativo, con le più diverse decisioni operative in tema di lavoro, mobilità, pianificazione, offerta di servizi, ecc, ad educare i cittadini a guardare con maggior attenzione alla loro salute, ricordando che l’indipendenza genera sempre nuova energia mentre la dipendenza la consuma soltanto”.

Viste le Linee programmatiche di mandato amministrativo 2012 -2017

Viste le politiche sociali della Commissione Europea inerenti per il 2012 Anno europeo per l’invecchiamento attivo ed il dialogo intergenerazionale e per il 2013 Anno europeo del cittadino;

Il CONSIGLIO COMUNALE 

Preso atto che sulla proposta, che costituisce mero atto di indirizzo, ai sensi e per gli effetti dell’art. 49, primo comma del D.Lgs 18.08.2000, n. 267, non deve essere espresso alcun parere di regolarità tecnico- contabile

DELIBERA 

1        di approvare il presente documento da valere quale atto di indirizzo generale;

2        di invitarela Giuntaad approfondire le proposte nello stesso contenute, valutandone fattibilità ed esigenze operative.

La Segreteriadel Consiglio provvederà all’esecuzione.

Dicembre 2012

Il Consigliere Comunale

Giorgio Pasetto

 

dicembre 12, 2012

LO STILE DI VITA DEGLI ITALIANI E LA SALUTE

Balduzzi: lo stile di vita degli italiani non è salutare; La salute degli italiani risente del loro stile di vita.
La relazione sullo stato sanitario del paese 2011, presentata ieri a Roma dal Ministro della salute Renato Balduzzi, fotografa una situazione in cui obesità, sedentarietà e dipendenze si estendono ad ampie fasce della popolazione. Complessivamente, le principali cause di decesso resta…
no le malattie cardiocircolatorie (224.830, pari al 38%) e i tumori (174.678, il 29,7%), ma emergono con chiarezza le conseguenze di comportamenti non salutari, a partire dal fumo, che uccide dalle 70 alle 83 mila persone all’anno. Sedentarietà e alimentazione non corretta costituiscono un altro grande rischio per la salute e, se oltre quattro italiani su dieci sono sovrappeso (il 32%) o obesi (l’11%), le malattie metaboliche sono in aumento e il diabete colpisce tre milioni di persone. Il problema dell’obesità inizia fin dall’infanzia e aumenta con l’età. È il risultato di una cattiva alimentazione, con solo un italiano su dieci che consuma le cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura raccomandate dai nutrizionisti. Ed è anche conseguenza dell’insufficiente attività fisica che, in un terzo degli adulti tra i 18 e i 69 anni, sconfina nella completa sedentarietà. Il fenomeno è più frequente nelle fasce sociali a bassa scolarità e con reddito inferiore e ripropone forti differenze regionali, con gravità maggiore al sud. L’alcol si conferma un problema sociale: ne abusano oltre tre milioni di anziani, ma il consumo coinvolge 390 mila minori e circa 1, 3 milioni di giovani dagli 11 ai 25 anni bevono fuori pasto. Nel 2010, l’abuso di droghe ha portato 177.227 pazienti a rivolgersi ai 486 Servizi pubblici per le dipendenze di cui si è rilevata l’attività (sui 525 attivi). Nel 70,1% dei casi a motivare la richiesta di trattamento è stata l’eroina, nel 15,2% la cocaina e nel 9,2% i cannabinoidi. E una nuova categoria di dipendenza si sta diffondendo: il gioco d’azzardo, che tocca 700 mila persone, di cui 300 mila a livello patologico.