FILE: PIANO STRATEGICO RIDUZIONE SEDENTARIETA’ psrs
Category Archives: Attività fisica
CORONAVIRUS E LIMITAZIONE DELLA LIBERTA’ – RIFLESSIONI
PARLIAMO DI CORONAVIRUS, IPOTESI RAZIONALI E LIMITAZIONE DELLA LIBERTA’
Proviamo a fare un ragionamento molto semplice:
I sindaci sceriffi sono gli stessi che non facevano assolutamente nulla per la lotta all’inquinamento in particolare al PM10.
Come sappiamo l’inquinamento crea patologie polmonari (80.000 morti l’anno solo in Italia).
Oggi sappiamo che la “silent inflammation” polmonare è il terreno fertile dove attecchiscono le patologie polmonari.
Oggi gli stessi sindaci sceriffi bloccano con provvedimenti liberticidi la vita di noi cittadini anche nelle più intime abitudini, come ad esempio fare attività fisica.
L’esercizio fisico è un farmaco (ormai dimostrato scientificamente) abbassa l’infiammazione organica e di conseguenza anche quella polmonare.
Ecco che questi signori ci vogliono togliere l’unica vera difesa che abbiamo dal coronavirus.
Purtroppo siamo in mano a persone che non hanno studiato e che vivono solo di populismo e protagonismo.
Inoltre la Pandemia ci sta portando alla fine dello Stato di diritto.
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo è la strada verso la fine dello stato di diritto.
Attualmente il bilanciamento dei poteri è assente e lo squilibrio tra ipertrofia amministrativa e diritti dei cittadini è evidente.
Ogni burocrate ha colto l’occasione per tirare fuori dal cassetto i suoi sogni di regolamentazione della vita di tutti; il guaio è che i suoi sogni si stanno traducendo negli incubi di noi cittadini.
L’iper-regolamentazione dei momenti più personali della vita quotidiana sta avvenendo passo dopo passo.
Tutte le decisioni sono adottate – sotto il “cappello” del Consiglio dei Ministri – con decreti del Presidente del consiglio, la cui vaghezza si presta a confusioni interpretative e a cui si risponde con l’interpretazione personale delle Istituzioni regionali e comunali.
L’art.32 della costituzione parla di salute e dichiara che la legge non può essere imposta senza l’iter legislativo, che il decreto del presidente del consiglio non garantisce. Il Parlamento è stato esautorato per ragioni di “urgenza”.
Lo Stato di diritto sta scomparendo ed il potere è in mano di fatto alle regioni e ai sindaci dei comuni.
Chi esercita il ruolo di salvaguardia della legalità e delle libertà di tutti ?
Al momento nessuno.
Ci danno protocolli esecutivi sempre più stringenti, che attualmente danno risultati scadenti e viste le previsioni, ci terranno in casa fino ad Ottobre.
Le date 25 marzo e 3 aprile saranno ulteriormente prorogate.
Il risultato sarà l’annientamento dell’economia e dei diritti individuali.
La soluzione al problema coronavirus esiste e si può fare.
L’unica strada è quella di fare il tampone a tutti. Chi ha il tampone negativo esce e va a lavorare, chi ha il tampone positivo senza sintomi resta a casa, chi è positivo e malato va in ospedale.
Una Proposta per guardare oltre il 25 marzo e per un graduale ritorno alla normalità, contenendo il coronavirus. Ricordiamoci che siamo di fronte ad un problema sanitario complesso che richiede un approccio multidirezionale basato su calcoli probabilistici. La medicina a differenza della fisica e della matematica, non è una scienza esatta. Un decalogo per la prima fase di #coronavirusexit 1. gli over 70 devono restare per almeno 30 giorni possibilmente in casa e in situazione protetta; 2. È necessario predisporre da subito test a tappeto (tamponi) partendo dalle categorie più esposte ai contatti; 3. La quarantena deve essere riservata solo ai soggetti positivi ai test e ai sintomatici; 4. Chi ha il tampone negativo oppure è asintomatico da almeno 14 giorni può uscire liberamente e ritornare al lavoro; 5. L’ospedalizzazione è riservata solo ai soggetti positivi con sintomi significativi; 6. Si deve fare attività fisica. Liberamente in casa e da soli all’aperto mantenendo la distanza di 1 metro per chi cammina, 5 metri per chi corre e 20 metri per chi esce in bicicletta, nei prossimi 30 giorni; 7. Si deve adeguarsi alle norme preventive di lavare spesso le mani, mantenere le distanze di sicurezza, non toccare occhi naso e bocca, evitare abbracci e strette di mano. 8. Si devono evitare gli assembramenti sia al chiuso che all’aperto, ma soprattutto nei supermercati; 9. Si devono evitare i centri commerciali se affollati; 10. Si deve cercare di mantenere un buon umore.
SANITA’ ITALIANA DEPAUPERATA – RAPPORTO GIMBE 2019
RAPPORTO GIMBE 2019: rapporto-gimbe-sanita
CORSO DMSA SPECIALIST IDROCHINESITERAPIA
TUTTO SUL CORONAVIRUS
FILE IN PDF: speciale-coronavirus-5-marzo-2020-sole-pdf
PROGETTO ARTURO
Socializzare i costi e privatizzare gli utili
Il coronavirus sta evidenziando le debolezze del federalismo applicato al servizio sanitario nazionale. In una situazione come quella attuale, di massima allerta e attenzione per la tutela della salute pubblica, ha fatto bene il Presidente del Consiglio a richiamare le Regioni. La Lombardia, eccellenza sanitaria, è oggi terreno di larghi profitti della sanitaria privata convenzionata e ha relegato così il servizio sanitario pubblico nell’angolo. Hanno di fatto privatizzato gli utili e socializzato i costi. Nel pubblico tempi di attesa lunghi per gli esami e le visite, nel privato convenzionato un paio di giorni al massimo. Questa la svolta strategica, frutto del governo regionale del “celeste” Formigoni che oggi la Lega di Fontana mantiene in essere. Questa privatizzazione “con paracadute” è stata introdotta anche nel Veneto di Galvan e rigorosamente mantenuta da Zaia. La “colonizzazione” della sanità verrà progressivamente estesa alle altre regioni che i leghisti conquisteranno, coltivando “clientele” riconoscenti. Di fronte alle regioni che nonostante le direttive del Ministero della Salute si muovono in ordine sparso è evidente quanto sia necessario tornare ad un sistema sanitario degno di questo nome. Il coronavirus ha evidenziato i limiti di questo sistema sostanzialmente duale. La delega alle regioni delle materie sanitarie ha di fatto aumentato le disparità e ha ridotto a milioni di cittadini il diritto alla salute. Ideare un nuovo sistema sanitario più bilanciato deve essere un obiettivo prioritario. Il sistema del “medico di famiglia” è forse da rivedere. Ciò che resta del nostro sistema sanitario pubblico è ancora ricco di eccellenze e capacità e deve essere necessariamente valorizzato.
AREA LIBERAL
DMSO Technique – Manipolazioni Vertebrali
MANIPOLAZIONI VERTEBRALI ED EFFETTI MECCANICI, FISIOLOGICI E PSICOLOGICI
Spesso i miei pazienti mi chiedono cosa servono le manipolazioni vertebrali e la risposta non è poi così semplice come talvolta sento dire dai pazienti stessi.
Ieri arriva in studio un paziente che mi racconta che un osteopata “molto bravo” gli aveva sistemato “una vertebra spostata”.
Ho provato a spiegare al paziente utilizzando un modellino tridimensionale, che se avesse avuto una vertebra lombare spostata, probabilmente non sarebbe qui in piedi di fronte a me a raccontarlo.
Negli ultimi 20 anni molte teorie sono state sviluppate nel tentativo di spiegare gli effetti delle manipolazioni verterali.
I professionisti “seri” e gli studiosi hanno tentato di stabilire teorie per spiegarne il meccanismo alla base del beneficio indotto sulle articolazioni e sui tessuti molli circostanti dai movimenti manipolatori passivi.
Alcune teorie, come la teoria della sublussazione chiropratica, sono state ampiamente criticate in quanto prive di evidenze scientifiche e fattibilità biologica; altre teorie, come il meccanismo del sistema nervoso centrale per la modulazione del dolore, continuano invece ad ottenere prove a supporto della loro validità.
Questo modello teorico suggerisce che la manipolazione sia in grado di attivare una serie di risposte neurofisiologiche, responsabili degli esiti clinici favorevoli.
Dal punto di vista di uno specialista dei trattamenti manipolativi, le due principali indicazioni per la manipolazione vertebrale sono il dolore e la riduzione della mobilità articolare.
Pertanto, i due effetti principali della manipolazione sono il miglioramento della mobilità e la riduzione del dolore.
Possiamo dividere gli effetti della manipolazione in tre categorie principali:
meccanici, neurofisiologici e psicologici.
EFFETTI MECCANICI
1) RIPRISTINO DEL RANGE OF MOTION (ROM)
Molti studi hanno mostrato una migliore mobilità dopo la manipolazione di un distretto:
L’effetto di una singola manipolazione della colonna vertebrale toracica è stato studiato su 78 soggetti che sono stati assegnati in modo casuale su tre gruppi. Il primo trattato con manipolazione con thrust, il secondo solo con tecniche di mobilizzazione e il terzo non è stato trattato.
Il gruppo che ha ricevuto la manipolazione toracica con thrust ha ottenuto un aumento del movimento sui vari piani dello spazio, mentre non sono stati osservati miglioramenti negli altri due gruppi.
In un altro studio su 16 pazienti con dolore al collo cronico, i soggetti hanno mostrato un miglioramento del range di movimento cervicale dopo una manipolazione dell’articolazione C5-C6 e C6-C7.
Nansel et al. hanno rilevato, in uno studio su 24 soggetti con movimento di flessione laterale del collo limitato, come vi sia un aumento significativo del ROM cervicale dopo la manipolazione del rachide cervicale.
2) LA SINDROME DELLE FACCETTE ARTICOLARI
Il blocco acuto delle faccette articolari (sindrome delle faccette articolari) è una condizione che crea un’improvvisa perdita di mobilità articolare.
Le due superfici delle faccette si “impigliano” tra loro, causando il blocco articolare, che è associato al dolore durante il movimento.
Le varie tecniche di manipolazione hanno lo scopo di sbloccare l’impingement osteo-articolare. Spesso i pazienti evidenziano un miglioramento immediato nel ROM (range of motion) e nella riduzione del dolore.
EFFETTI NEUROFISIOLOGICI
Gli effetti neurofisiologici probabilmente forniscono la spiegazione più realistica per i benefici della manipolazione. I tessuti della colonna vertebrale, compresi pelle, fascia, muscoli, tendini, articolazioni, legamenti e disco intervertebrale (anulus esterno), sono ben innervati e forniscono input afferenti al SNC. Molti meccanocettori (di tipo I e II) insieme alle terminazioni nervose libere (recettori di tipo IV) sono presenti nelle articolazioni delle faccette e nei fusi muscolari della colonna.
Quando le articolazioni vengono spostate, emettono brevi “esplosioni” di impulsi.
Pertanto, con il movimento osteo-articolare causato dalla manipolazione, questi recettori sparano input afferenti al SNC.
Poiché la manipolazione produce movimenti della colonna vertebrale e delle sue strutture associate, vengono coinvolti numerosi recettori per generare stimoli che vanno al midollo spinale.
Bialosky et al., ha delineato un famoso modello per descrivere i meccanismi neurofisiologici che si verificano a livello sopraspinale o del midollo spinale in seguito alla terapia manuale .
1) RISPOSTA ANALGESICA IN SEGUITO ALLA MANIPOLAZIONE con THRUST
Diversi studi hanno dimostrato che un punto chiave dell’analgesia endogena è l’area grigia del mesencefalo. Essa svolge un importante ruolo per le risposte al dolore, allo stress e altri stimoli, coordinando le risposte di diversi sistemi, tra cui il sistema nocicettivo, il sistema nervoso autonomo e il sistema motorio.
Quando vengono stimolate le regioni chiave dell’area grigia, viene evocata una risposta di tipo simpatico in combinazione con una risposta analgesica (riduzione del dolore).
I meccanorettori (di tipo I e II) presenti su articolazioni e muscoli proiettano le informazioni proprio nell’area grigia del mesencefalo.
Ci sono tantissimi studi a supporto di questa tesi: la risposta analgesica secondaria alla manipolazione vertebrale è probabilmente il risultato della stimolazione dei meccanocettori che forniscono impulsi afferenti al sistema nervoso centrale (e all’area grigia periacqueduttale).
Pertanto, ci sono numerose prove che la manipolazione vertebrale abbia un effetto immediato sulla modulazione del dolore attraverso percorsi sia centrali che periferici.
2) ANALGESIA PER RILASCIO DI PEPTIDI OPPIOIDI ENDOGENI
Un’altra spiegazione proposta dell’effetto analgesico della manipolazione vertebrale risiede nella stimolazione del rilascio di peptidi oppioidi endogeni.
Queste molecole si legano a specifici recettori nel sistema nervoso, producendo analgesia (riduzione del dolore). Uno di questi è la beta-endorfina.
Vernon et al. hanno misurato i livelli plasmatici di beta-endorfina a intervalli di 5 minuti dopo una manipolazione del rachide cervicale.
I risultati hanno mostrato un aumento dei livelli plasmatici di beta-endorfina nel gruppo sperimentale (cioè quello che ha ricevuto effettivamente una manipolazione vertebrale) 5 minuti dopo il thrust, rispetto a un gruppo di controllo che ha ricevuto una tecnica di mobilizzazione.
Tuttavia, 15 minuti dopo la manipolazione, il livello di beta-endorfine era tornato a un livello basale.
3) EFFETTI SULL’ATTIVAZIONE MUSCOLARE
Diversi studi hanno analizzato l’effetto della manipolazione (thrust) per determinare se potesse inibire o aumentare il tono muscolare e migliorare le prestazioni muscolari.
I risultati sono stati variabili. In uno studio, i partecipanti che hanno ricevuto una manipolazione thrust hanno mostrato in media una riduzione del 20% dell’attività dei muscoli paraspinali misurata con l’attività elettromiografica rispetto ai partecipanti al controllo. Risultati simili sono stati riportati nella riduzione dell’attività muscolare dei muscoli posteriori della coscia in pazienti con low back pain (LBP) unilaterale, con confronto prima e dopo una manipolazione lombare.
Esistono anche teorie sul fatto che la manipolazione spinale possa aumentare l’attivazione muscolare e la produzione di forza.
In uno studio su 16 pazienti con dolore cronico al collo, la forza muscolare dei bicipiti è migliorata dopo una manipolazione C5-C6 e C6-C7.
Cleland et al. sono stati in grado di mostrare immediatamente un aumento della forza (14%) del trapezio inferiore dopo una manipolazione toracica rispetto a un gruppo di controllo.
Keller et al. sono stati in grado di dimostrare un significativo aumento della contrazione volontaria massima e dell’attività EMG di superficie dei muscoli erettori dopo una manipolazione lombare rispetto a un gruppo controllo e rispetto al placebo in 40 pazienti con LBP (low back pain).
Questi risultati forniscono prove preliminari che la manipolazione vertebrale possa modificare le risposte motorie e facilitare la funzione muscolare precedentemente inibita a causa del dolore o dell’ipomobilità.
Per concludere, alcuni studi supportano sia la facilitazione che l’inibizione del sistema motorio dopo la manipolazione.
La risposta può variare a seconda della tecnica, dei segmenti trattati, della natura del dolore e dei muscoli testati.
In generale, la manipolazione tende a facilitare i muscoli spinali locali profondi che aiutano a coordinare il controllo neuromuscolare e ad inibire i muscoli spinali più superficiali.
EFFETTI PSICOLOGICI
Le aspettative dei pazienti verso il successo di una terapia hanno una forte influenza sugli esiti.
In uno studio, oltre l’80% dei pazienti si aspettava risultati positivi in seguito a interventi quali massaggio e manipolazioni vertebrali. E’ stato visto che, effettuare una tecnica in un paziente con aspettativa positiva proprio verso quella tecnica ha aumentato notevolmente il risultato e la probabilità di miglioramento.
Inoltre, l’effetto di aspettativa può essere influenzato dal modo in cui l’intervento viene effettuato e dalle parole usate.
Accompagnare la tecnica con parole e frasi che potenziano l’aspettativa, potenzierà gli effetti benefici di ipoalgesia (riduzione del dolore).
In sintesi, gli effetti psicologici della manipolazione dipendono dal contesto psicosociale del paziente, compresi i valori e le aspettative del paziente per il trattamento. Se i pazienti hanno un atteggiamento positivo e l’aspettativa di un intervento e ricevono tale intervento, gli effetti positivi del trattamento tendono ad essere maggiori. L’interazione terapeuta/paziente può influenzare le aspettative del paziente riguardo al trattamento e quindi può influire sull’entità del placebo e sugli effetti psicologici ad esso associati.
SINDROME DELL’ARTICOLAZIONE SACRO-ILIACA
Il mal di schiena è un disturbo molto comune. Dopo il raffreddore, il mal di schiena è la seconda ragione più frequente per cui le persone si recano dal medico. Il dolore solitamente si localizza nell’area lombare della colonna vertebrale o in corrispondenza delle articolazioni sacro iliache. Nel 25% dei casi, il mal di schiena nella parte lombare della colonna vertebrale è causato da problemi nell’area dell’articolazione sacro iliaca, del nervo sciatico o della regione pelvica dell’apparato locomotore.
In caso di mal di schiena, è importante determinarne le cause e iniziare tempestivamente il trattamento. Questo approccio può prevenire la cronicizzazione del dolore. L’obiettivo della terapia del mal di schiena è alleviare in modo efficace il dolore così da consentire alle persone colpite di tornare rapidamente alle normali attività quotidiane, prevenendo al tempo stesso il mal di schiena recidivante.